Mandato in archivio un passato infruttuoso, ora la speranza è riposta in un futuro chiamato elezioni e nuova Legislatura. L’oggetto del contendere è l’opposizione ad un’edificazione selvaggia, più volte invocata da numerosi parlamentari e oggetto anche dei frequenti appelli dell’ingegner Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA.
Come rimarca il professore, “quattro anni di lavori parlamentari non sono bastati affinché in Italia fosse finalmente varata una legge per il contrasto al consumo del suolo. Il provvedimento, presentato nel febbraio 2014 e approvato dalla Camera nel maggio 2016, si è poi arrestato in commissione al Senato, complice la decisa opposizione delle Regioni a riconoscere la legittimità di un intervento normativo nazionale sulla materia. A pochi giorni dal voto, anche per bilanciare almeno parzialmente una campagna elettorale in cui i temi dell’ambiente sono rimasti confinati ai margini del dibattito, sarebbe auspicabile che tutte le forze in campo prendessero l’impegno di sbloccare una volta per tutte la legge e approvarla nei primi cento giorni di attività del nuovo Parlamento”.
Più che una scelta politica, una vera e propria necessità improrogabile, come sottolinea ancora Simoncini:
“Non dovrebbe esserci nemmeno bisogno di ricordare quanto sia necessario incardinare il contrasto al consumo di suolo tra le priorità di un Paese in cui vengono consumati 30 ettari di territorio al giorno e almeno 7 milioni di persone vivono in zone ad alto rischio idrogeologico. Risulta indispensabile un provvedimento organico e strutturale che sia in grado di indirizzare anche le scelte degli enti locali, che troppo spesso hanno eccessiva libertà di movimento in una materia tanto delicata. Alcune leggi regionali, ad esempio, somigliano più a condoni edilizi mascherati che a veri piani di rigenerazione urbana e contrasto alla cementificazione”.
Quindi, un accenno all’iter del provvedimento “Il testo licenziato due anni fa dalla Camera magari non brillava per coraggio – conclude Simoncini – ma può certamente servire da solida base di partenza per approvare una legge che abbia reali capacità di incidere. Ad esempio rafforzando i vincoli per gli enti locali in materia di espansione territoriale o eliminando la norma transitoria in cui vengono fatti salvi i piani urbanistici attuativi per i quali i soggetti interessati abbiano anche solo presentato istanza prima dell’entrata in vigore della legge. Oppure restringendo il numero delle eccezioni alla definizione di superficie agricola. Quel che è certo è che la premessa all’azione legislativa non può che essere una reale volontà politica di portare finalmente a casa il provvedimento”.