La premessa, d’obbligo, è che si tratta di una bozza (una di quelle che si susseguiranno): la manovra di Bilancio per il 2018 è ancora al vaglio delle Camere e, fino alla sua definitiva approvazione, non si conosceranno nel dettaglio le misure che saranno in essa contenute. Tuttavia, dalle prime indiscrezioni e prese di posizione ufficiali è possibile, quanto meno, intravedere la direzione verso la quale la Finanziaria 2018 si sta muovendo.
In merito al comparto casa, oltre al “bonus verde”, i principali provvedimenti in vista sono quelli relativi all’efficientamento energetico degli edifici. Il primo consiste nella proroga di un anno del cosiddetto “bonus ristrutturazioni”, che resterà del 50% fino al 31 dicembre 2018 (sarebbe dovuto tornare al 36%). La seconda novità è invece rappresentata dall’abbassamento della detrazione Irpef prevista per l’installazione di finestre, infissi e caldaie a condensazione, che dovrebbe scendere dal 65% al 50% ed essere collegata agli obiettivi energetici raggiunti. In attesa di avere maggiori dettagli su quella che è, a tutti gli effetti, una piccola ma significativa inversione di tendenza, abbiamo chiesto una prima valutazione di merito al responsabile nazionale di Cna installazione impianti, Guido Pesaro.
Quello che finora manca in questa Legge di Bilancio – attacca Pesaro – è una strategia. È abbastanza ridicolo che, ormai da 20 anni, si continui con delle proroghe anno per anno, oppure con blocchi di due anni al massimo. Nonostante sia sotto gli occhi di tutti il fatto che gli incentivi abbiano portato ad un incremento degli investimenti nel settore dell’edilizia, non si ha ancora il coraggio di renderli stabili e strutturali. Ci tengo a ricordare che tali provvedimenti hanno stimolato positivamente il mercato e, oltre a migliorare il risparmio energetico degli edifici, hanno dato una notevole mano all’edilizia proprio nel periodo più intenso della crisi. Diminuire le detrazioni per infissi e caldaie sembra un vero e proprio autogol. Innanzitutto, consultando gli studi elaborati annualmente dal Cresme sull’impatto dei bonus fiscali per l’edilizia, è facile notale l’impennata degli investimenti in chiave energetica che si è verificata a partire dal 2013: da quando, cioè, si è arrivati alle detrazioni del 65% per l’installazione di caldaie a condensazione, infissi e finestre, e del 50% per ristrutturazioni edilizie. In secondo luogo, rispetto al comportamento dei consumatori, aver equiparato al 50% l’intervento per l’installazione di caldaie a condensazione con il bonus ristrutturazioni è ridicolo dal punto di vista tecnico, perché le due procedure hanno una complessità del tutto diversa. Se nel primo caso serve la certificazione di un tecnico abilitato che accerti l’effettivo miglioramento della prestazione energetica dell’edificio, nel secondo caso è sufficiente presentare le fatture degli interventi realizzati e, dunque, l’iter è meno complicato. Sarebbe stato forse il caso di equiparare le due opere in chiave burocratica.
In sintesi, a giudizio del responsabile nazionale di Cna installazione impianti,
si può anche sostenere che le spese riguardanti gli infissi abbiano un impatto minore dal punto di vista degli investimenti e del risparmio energetico. Ma questo passaggio dal 65% al 50% rappresenta una marcia indietro. Quello che sembra evidente, è che manca una strategia che consenta di rivedere la politica degli incentivi a livello nazionale. Ad esempio, è probabile che per l’installazione della caldaia a condensazione l’utente richiederà di poter beneficiare degli incentivi previsti dal conto termico. Questo perché, ad oggi, esistono tante tipologie di misure, a volte concorrenti tra loro, a volte discordanti, che alla fine ottengono il risultato di confondere chi di ne dovrebbe usufruire.