Emergenza casa, aree metropolitane, sicurezza degli edifici. Sono i tre punti cardine della proposta presentata da Federproprietà, l’associazione nazionale che riunisce piccoli e medi proprietari di casa), unitamente al Coordinamento unitario dei proprietari immobiliari (Federproprietà, Confappi, Uppi, Movimento per la difesa della casa), ai capigruppo di Camera e Senato, ai presidenti delle commissioni parlamentari competenti e ai segretari dei partiti impegnati nella campagna elettorale. Un documento sulla crisi dell’edilizia e del patrimonio immobiliare in difesa dei proprietari immobiliari in cui si chiede la condivisione delle forze politiche.
Non può più perdersi tempo nell’attesa che le cose si risolvano da sole: deve subito porsi mano a programmi di edilizia sociale e agevolata di valenza nazionale e con l’impiego di adeguate risorse pubbliche, come avvenuto con i grandi piani dei primi decenni del Dopoguerra; eventuale potrà essere il ricorso alla locazione con patto di futura vendita e responsabilizzazione degli assegnatari nella gestione degli alloggi; la crisi edilizia ed il conseguente disagio sociale potranno ritenersi superati soltanto quando le condizioni del mercato saranno meno penalizzanti per chi cerca casa, ma per converso anche per i proprietari che intendano locarla, sui quali – non dimentichiamolo – è incombente la revisione del Catasto che sembra diretta a creare squilibri di vario genere, nonostante il preannunciato formale rispetto dell’invarianza complessiva del gettito, come voluto dal legislatore.
Non può inoltre non sottolinearsi che migliori soluzioni dei problemi delle città possono giungere da un’effettiva attuazione organizzativa delle aree metropolitane che rimangono sospese tra esistenza e inesistenza. Va aggiunto che il funzionamento di esse comporta un costo che almeno al momento dell’avvio dovrà essere sostenuto dallo Stato per cui sarebbe opportuno dare la precedenza alle città metropolitane di maggior peso proprio al fine della copertura anche graduale dei fabbisogni, mentre non potrà mancare una legge speciale per Roma Capitale, sulla scorta di quanto da tempo avvenuto nel resto d’Europa. Spesso trascurato è il problema del grave disagio recato ai cittadini dalle ricorrenti manifestazioni ed adunate di vario genere nel centro delle città e quindi è necessario porre mano a norme specifiche per evitarle, salvo quelle destinate alle competizioni elettorali. Né vanno trascurati i grandi problemi di carattere socio-urbanistico che stanno provocando il collasso delle nostre maggiori città, Capitale compresa, mentre potrebbe essere questo il momento favorevole per consistenti interventi radicali di risanamento (a partire dalla ricucitura delle periferie.
Contrariamente a quanto sostenuto da alcuni certo poco informati, gli interventi debbono investire tutto il patrimonio edilizio nazionale e non presunte zone a rischio. Del resto, se si vuole seguire l’altra strada per la quale la stessa Federproprietà si è spesa con il documento presentato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in sede di tavolo di confronto sul c.d. progetto Casa Italia, e cioè la formulazione dell’anagrafe di cui sopra, è bene che si dica fin da subito che le spese che la proprietà dovrà affrontare saranno integralmente defiscalizzate, con il sistema delle deduzioni reddituali eventualmente con la ventilata eliminazione di agevolazioni (c.d. bonus per l’edilizia) di cui ora si parla soltanto in termini negativi. Federproprietà da tempo si batte per una soluzione complessiva come quella dell’assicurazione obbligatoria dei singoli edifici (vedi i più volte citati disegni di legge presentati al Senato, A.S. n. 3631/XVI e 881/XVII) o in subordine per una mappatura a tappeto delle singole situazioni, ma nessuno può pensare che un’operazione di tale complessità possa gravare interamente sui proprietari di casa, anche perché l’analisi dei costi effettuata al momento della prestazione delle proposte citate portano all’individuazione di esborsi contenuti e sopportabili; ma si dovrà avere il coraggio di procedere su tale strada che risolverebbe i problemi alla radice (purché ovviamente fossero adottate le cautele già a suo tempo suggerite da Federproprietà, ENEA, Ordini professionali e altri organismi che si assunsero l’iniziativa delle proposte).