L’emergenza abitativa in Italia deve affrontare, in questi giorni, un problema in più: la scadenza della proroga degli sfratti per la famiglie disagiate, che scatterà il prossimo 30 giugno. Un tema sul quale il Sunia pone l’accento a margine della presentazione e del commento dei dati sulle procedure di rilascio degli immobili ad uso abitativo (relativi all’anno 2014), diffusi dal Ministero dell’Interno.
Come rimarca l’avvocato Edoardo Rossetti, del Sunia nazionale, “la proroga misura è nata già monca in partenza. Tra l’altro, mentre in passato si trattava di un rinvio secco, nel senso che bastava una auto-dichiarazione per ottenerlo, adesso sono stati creati nuovi problemi tecnici e burocratici: bisogna fare un’istanza al giudice, fissare un’udienza, tutto questo per un così limitato periodo, e cioè fino alla scadenza prossima del 30 giugno. Tralasciando l’aspetto (non così marginale) dei costi aggiuntivi che le persone dovranno sostenere, è grave che questi interventi legislativi non si connettano ai risultati che si vogliono raggiungere. Se la misura è finalizzata ad avere più tempo per reperire soluzioni alternative per una certa fascia di popolazione (con basso reddito, handicap, anziani), ma nella pratica non c’è la possibilità di fare il passaggio da casa a casa, a che cosa serve una mini-proroga come quella decisa quest’anno e ormai prossima alla scadenza? Non sono stati realizzati i presupposti affinché questa misura servisse a qualcosa. O si prende in mano la questione, ci si mette attorno a un tavolo, si stanziano tutte le risorse disponibili e si cerca di trovare una soluzione, oppure si continua con la filosofia dell’ognuno per sé, Dio per tutti”.
L’EMERGENZA CASA
Come rimarcano Sunia e Cgil, “Continuano ad aumentare sentenze, morosità ed esecuzioni, mentre non si dà risposta neanche alle famiglie alle quali il 30 giugno scadrà la proroga. È il fallimento delle politiche emergenziali: senza una vera politica abitativa non si uscirà da questa dramma. I dati del 2014 sugli sfratti continuano a confermare che questa emergenza sociale è ormai da tempo fuori controllo e che a nulla servono gli interventi, scarsi e di corto respiro, sinora messi in campo. Aumentano del 5,7% gli sfratti per morosità, del 14,7%, le richieste di esecuzione, a conferma di un sistema abitativo che non funziona o, peggio ancora, continua a puntare su soluzioni come la proprietà della casa, che nulla hanno a che fare con la risposta ad una domanda che si è progressivamente impoverita e non solo a causa della crisi. La sottovalutazione pericolosa del disagio sociale crescente alimentato dalla crisi abitativa ha raggiunto limiti non più tollerabili. Una ulteriore prova è data dalla scadenza ormai prossima – il 30 giugno – della miniproroga delle esecuzioni concessa per le famiglie di anziani, portatori di handicap, con minori o malati terminali”. Secondo il sindacato inquilini, in particolare, “Nessuna delle misure, peraltro largamente insufficienti, messe in campo dal Governo ha dati il minimo risultato ne li darà per lungo tempo. Se non si prende atto immediatamente della necessità di inserire la politica abitativa tra le priorità dell’azione di Governo definendo un vero e proprio piano pluriennale fatto di risorse certe e continuative, riforme legislative e analisi quantitativa e qualitativa dei segmenti di fabbisogno, non si uscirà dalla situazione di emergenza cronica in cui versa da troppi anni il settore abitativo”.
LE PROPOSTE
Cgil, Spi Cgil, Sunia E Fillea hanno formulato proposte concrete con la campagna “Occupiamoci di casa” e moltiplicheranno le loro iniziative per costringere il Governo ad aprire un confronto serio che porti rapidamente ad atti concreti e misurabili in grado di restituire fiducia e prospettiva alle centinaia di migliaia di famiglie di lavoratori, pensionati, giovani che attendono da anni una risposta.
Tra le priorità per affrontare il disagio abitativo:
* un piano pluriennale di edilizia sociale in affitto a canoni sostenibili, puntando sul recupero di aree ed edifici dismessi contrastando ulteriore urbanizzazione e consumo di suolo;
* una revisione della legge sulle locazioni che punti, attraverso la contrattazione collettiva e leva fiscale, ad abbassare il livello degli affitti privati e ad aumentare l’offerta;
* una dotazione finanziaria certa e continuativa per permettere programmazione degli interventi e sostegno diretto agli inquilini in difficoltà.
DATI SUGLI SFRATTI
Cgil e SUNIA hanno effettuato una prima elaborazione dei dati del Ministero dell’Interno sui provvedimenti di rilascio degli immobili ad uso abitativo relativi al periodo gennaio-dicembre 2014. Viene confermato il trend in aumento rispetto al 2013, già annunciato con i dati relativi primo semestre del 2014. I provvedimenti emessi passano dai 67.790 del 2012 ai 73.385 del 2013 e raggiungono i 77.278 nel 2014 (+5,3% rispetto al 2013).
Tale incremento risulta più rilevante in Molise (+86,1%), Puglia (+57,9%), Marche (+37,2%), Trentino Alto Adige (+32,2%), Sardegna (+23,5%), Liguria (+19,8%). Il dato mostra con evidenza che il dramma degli sfratti si ente anche a realtà tipicamente meno coinvolte da questo tipo di problema. La maggior parte degli sfratti emessi si concentra comunque in Lombardia (14.533 provvedimenti, il 18,8% del totale nazionale), seguita dal Lazio (9.648, il 12,5% del totale) e dal Piemonte (8.266, 10,7%).
Continua inarrestabile l’aumento degli sfratti per morosità che raggiungono l’89% del totale di quelli emessi che con un aumento del 5,7%. In aumento anche le richieste di esecuzione dello sfratto con l’ufficiale giudiziario che dalle 129.577 del 2013, passano alle 150.075 del 2014 (+14,6%) e gli sfratti eseguiti con l’intervento dell’ufficiale giudiziario: dai 31.399 del 2013 ai 36.083 del 2014 (+13,5%).