È difficile tenere il conto delle richieste, degli appelli, dei suggerimenti che le associazioni di categoria hanno rivolto nell’ultimo mese al premier Giuseppe Conte e ai vari ministri del Governo. Richieste, appelli e suggerimenti che, a parte rarissimi casi (si veda: Capitolo “assemblee di condominio on line”: il Ministero della Giustizia risponde all’associazione Valore Aggiunto), sono rimasti pressoché inascoltati, come rileva l’Unione Piccoli Proprietari Immobiliari (UPPI), nella sua ultima missiva, datata 14 aprile 2020 e redatta insieme all’associazione Federproprietà nell’ambito del Coordinamento Unitario dei Proprietari Immobiliari. A differenza che nelle precedenti è evidente il cambio di strategia: destinatari della comunicazione, questa volta, i senatori della repubblica Alberto Balboni, Alberto Bagnai, Claudio Barbaro, Anna Maria Bernini, Anna Cinzia Bonfrisco, Luca Ciriani, Maurizio Gasparri, Elio Lannutti, Albert Lanièce, Mauro Maria Marino, Franco Mirabelli, Claudio Moscardelli, Gianluca Perilli, Gaetano Quagliariello, Achille Totaro.
Riportiamo, di seguito i contenuti della lettera firmata dal presidente nazionale Federprorprietà Massimo Anderson e dal presidente nazionale UPPI Gabriele Bruyère:
L’U.P.P.I. e la FEDERPROPRIETA’, facenti parte del Coordinamento Unitario dei Proprietari Immobiliari, con numerosi comunicati stampa del mese di marzo 2020 e una lettera aperta del 27 marzo 2020, indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri competenti, avevano pubblicamente denunciato l’inadeguatezza delle misure introdotte dal D.L. “Cura Italia” per sostenere il pagamento dei canoni di locazione delle attività commerciali chiuse a causa dell’emergenza Coronavirus, nonché la circostanza che migliaia di canoni non erano stati pagati nonostante il credito di imposta del 60%.
In data 8 aprile 2020, l’U.P.P.I. e successivamente la FEDERPROPRIETA’ hanno anche inviato un appello al Governo con il quale hanno richiesto per tutto il periodo di emergenza Covid-19:
a. l’estensione a favore dei conduttori del credito di imposta del 60% del canone mensile corrisposto, non solo per botteghe e negozi (C/1), ma per tutte le attività commerciali, artigianali, di interesse turistico, quali agenzie di viaggio e turismo, impianti sportivi e ricreativi, nonché agli immobili adibiti all’esercizio abituale e professionale di qualsiasi attività di lavoro autonomo e per quelle di immobili adibiti ad attività alberghiere o all’esercizio di attività teatrali (A/10, C, D);
b. l’incremento della deduzione forfetaria IRPEF dal 5% al 15% sui canoni di locazione per i contratti che non hanno potuto beneficiare della cedolare secca al 21%;
c. la possibilità per gli enti locali di azzerare l’IMU per i proprietari che riducano il canone di locazione per tutti gli immobili adibiti alle attività sopra indicate con l’assistenza e l’attestazione delle organizzazioni di categoria;
d. la totale detassazione dei canoni non incassati, per il periodo della disposta chiusura delle attività a causa del Covid-19, essendo del tutto incostituzionale che i proprietari debbano comunque pagare imposte su redditi non percepiti;
e. l’estensione della cedolare secca al 10% ai contratti di locazione ad uso abitazione a canone concordato stipulati in tutti i comuni essendo la nazione italiana in stato di calamità.
Nel medesimo appello, stante la gravissima situazione relativa alle locazione degli immobili ad uso diverso dall’abitazione avevano altresì richiesto la costituzione immediata in videoconferenza di un Tavolo di lavoro tra il MISE, o i Ministeri competenti, l’ANCI, ed i rappresentanti delle organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative in Italia per addivenire ad un protocollo d’intesa in merito alle problematiche riscontrate dai proprietari immobiliari e dagli inquilini ed alle possibili soluzioni di dette problematiche, ivi comprese le forme per conseguire le attestazioni di cui sopra.
Anche questo appello non è stato assolutamente preso in considerazione dal Governo e dalle forze politiche, nonostante le proposte fossero state formulate con l’intento di agevolare i rapporti tra i proprietari e gli inquilini nel drammatico momento di emergenza anche economica che sta vivendo l’Italia.
Gli accordi tra i proprietari e gli inquilini, così come gli sgravi fiscali agli stessi, sono necessari per il mantenimento di tutte le attività anche al fine di agevolare la ripresa dell’economia italiana.
Si confida, pertanto, nella Vostra sensibilità politica e sociale per portare nuovamente all’attenzione e all’approvazione del Governo le richieste di cui sopra in occasione dell’emanazione del prossimo decreto di aprile 2020, proprio ai fini di sostenere le categorie costituzionalmente garantite, rappresentate dalle nostre Organizzazioni.
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