Con l’avvento del governo gialloverde la parola nazionalizzazione sembra tornata improvvisamente di moda (anche se sconfessata dalla Lega per bocca di Giorgetti). “Ma a 25 anni dall’avvio delle privatizzazioni (era la metà degli anni ’90) che senso ha parlare di ritorno al pubblico?”, si chiede l’onorevole Massimo Anderson (nella foto), presidente di Federproprietà, associazione che riunisce piccoli e medi proprietari di casa.
Secondo Anderson, “Alitalia, Autostrade, acciaio, le concessioni: tutto è nel menu dell’esecutivo, pronto a un colpo di mano per rimettere sotto il cappello statale interi pezzi di industria italiana. Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha detto che non ci sarà la nazionalizzazione di tutte le autostrade, ma la discriminante sarà l’interesse pubblico. Ma oggi non ha senso tornare indietro nel tempo, quando c’erano i boiardi di Stato che decidevano tutto, in una sorta di regime totalitario. Meglio allora rivedere e verificare alcune concessioni”.
Di certo – aggiungiamo noi – sui temi di carattere economico, quello che si preannuncia è un inverno caldo, caldissimo. I contrasti in seno al Governo, la strategia degli equilibri giocata al continuo rialzo (delle dichiarazioni e dei toni più che delle azioni, in verità) sui social network, il peso dei sondaggi, le sempre più pressanti richieste degli elettorati grillino e leghista: tutte queste componenti rischiano di sfociare nell’omaggio populistico a posizioni insostenibili sullo scacchiere europeo, senza che invece si metta concretamente mano – aldilà delle operazioni dall’alto impatto mediatico ma dal risibile ritorno – ai problemi occupazionali e finanziari del Paese.
Il tutto mentre si attende ancora che dall’Esecutivo venga finalmente spesa qualche parola (e magari qualche azione) anche in materia di casa, affrontando gli innumerevoli nodi rimasti irrisolti nel recente passato: dalla riforma del catasto, alla revisione della fiscalità immobiliare, alla questione abitativa, alla potenziale estensione del regime della cedolare secca anche alle locazioni non abitative, alla normativa sul consumo di suolo, per citare solo le prime di una lunga serie di istanze da parte di tutte le realtà che gravitano intorno al settore, dalla proprietà, agli inquilini, alle associazioni degli utenti e dei consumatori, agli enti di gestione del patrimonio abitativo pubblico.