[A cura di: Federproprietà] “Ombre, tanti dubbi, molte preoccupazioni per il Decreto Rilancio varato dal Governo ed ora al vaglio del Parlamento”.
“Arriva – osserva il presidente di Federproprietà Massimo Anderson – in ritardo dopo i guasti della pandemia da Coronavirus per la salute degli italiani, le imprese e le famiglie; ritardi dovuti alle divergenze della maggioranza di Governo”.
La valutazione è negativa sotto numerosi aspetti. “Si tratta di un mosaico – aggiunge Anderson – di 256 articoli per 464 pagine e quindi un testo complesso, che smentisce l’obiettivo di semplificazione degli atti della Pubblica amministrazione. Nella sostanza i 55 miliardi indicati per la ripresa, come i precedenti 25 miliardi del “Cura Italia” diverranno nei prossimi mesi nuovo debito, portando il deficit oltre il 7% a fine anno e un rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo (Pil) tra il 155 e il 160%”.
L’errore principale sta nell’intento risarcitorio che sottintende il provvedimento: elargizioni per riequilibrare i danni della pandemia e tanti rinvii.
“Tutta la collettività – prosegue Anderson – pagherà il costo del risarcimento mentre il Governo avrebbe avuto un’altra alternativa in presenza dell’allentamento dei vincoli di bilancio da parte dei vertici di Bruxelles”.
Dopo il lockdown manca una strategia per il settore delle abitazioni e delle costruzioni: invece di riforme e interventi strutturali sono stati varati provvedimenti tampone e bonus aleatori e confusi. Accanto all’assistenza occorrono misure che sostengano l’economia negli anni che verranno e che colmino i ritardi con i quali si è affrontata l’emergenza virus. La solidarietà europea finirà presto e quindi torneranno a prevalere le logiche della concorrenza tra Stati.
Siamo rimasti sorpresi e delusi nel non trovare nei 250 articoli del Decreto nessuna delle proposte avanzate il 29 aprile con il documento presentato alle Commissioni riunite Finanze e Attività produttive della Camera.
“Il settore della proprietà immobiliare – ricorda Massimo Anderson – è l’unico a livello nazionale che subisce da decenni una tassazione diretta sul reddito e una tassazione indiretta a livello patrimoniale. Il governo non ha tenuto presente, colpevolmente, che il varo di provvedimenti di sostegno dei proprietari immobiliari si ripercuotono favorevolmente sull’edilizia, sul commercio, sull’artigianato e su molti settori dell’industria. Ci auguriamo che il Parlamento ne tenga conto nella conversione in legge dei molti decreti governativi”.
“I primi conti – conclude Anderson – si tireranno a settembre quando terminerà la tregua fiscale e arriveranno le notifiche di 22 milioni di cartelle esattoriali. Sempre entro il 16 settembre sono previsti i pagamenti, in una unica soluzione, dei versamenti fiscali (Iva, Irpef cioè ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente, addizionale regionale e comunale, imposta sul valore aggiunto) e contributivi e assistenziali (Inps, Inail) slittati nei mesi tra aprile e giugno”.