[A cura di: Sicet] “Con la recente sentenza n. 166/2018 la Corte costituzionale ha ribadito l’incostituzionalità delle norme che stabiliscono un’irragionevole discriminazione tra cittadini italiani e stranieri residenti in Italia per l’accesso alle prestazioni socio-assistenziali”. È quanto dichiara il segretario generale del Sicet Cisl, Nino Falotico, sottolineando che “nel caso di specie la Corte ha bocciato la scelta del legislatore di prevedere un requisito molto stringente, vale a dire 10 anni di residenza sul territorio nazionale o 5 anni sul territorio regionale, per poter beneficiare dei contributi del fondo di sostegno agli affitti, ma solo per gli immigrati che vivono stabilmente e legalmente nel nostro paese. Si tratta di una sentenza di grande importanza perché fa chiarezza e ridefinisce il quadro d’insieme della legislazione sociale, segnatamente per quanto riguarda il welfare abitativo, spesso oggetto negli ultimi anni di interventi da parte sia del legislatore nazionale sia delle Regioni. È il caso di sottolineare che la Corte non esclude la possibilità per il legislatore di prevedere requisiti particolari purché sia rispettato il principio di proporzionalità e di non discriminazione”.
Ma a cosa è stato dovuto l’intervento in oggetto? “Ancora una volta – prosegue Falotico – la Corte è dovuta intervenire per correggere norme discriminatorie che hanno prodotto contenziosi e conflitti tra gli ultimi e i penultimi. La verità è che da troppi anni manca una vera politica della casa nel nostro Paese e anche il nuovo Governo sembra proseguire nel solco del passato. È appena il caso di ricordare che solo grazie al forte pressing sindacale nell’ultima legge di bilancio è stato rifinanziato il fondo affitti dopo i tagli degli ultimi anni che avevano portato al completo azzeramento del fondo proprio nel momento in cui massimo era il bisogno, ma venti milioni di euro in due anni non sono certamente sufficienti ad affrontare l’emergenza abitativa e servono altre risorse per non determinare una pericolosa competizione tra le fasce sociali più deboli. Oggi abbiamo bisogno di ricucire la società italiana, non di dividerla tra cittadini di serie A e cittadini di serie B. Per questo chiediamo un tavolo di confronto al ministro Toninelli per dare al tema dell’abitare quell’attenzione che negli ultimi anni è drammaticamente mancata”.