Le imprese operanti nei settori della climatizzazione non ci stanno, e fanno sentire la propria voce dopo che nei giorni scorsi, tra le notizie diventate improvvisamente trending topic sui social network, c’è stata anche quella secondo cui proprio i climatizzatori sarebbero tra gli ormai innumerevoli (!) responsabili della diffusione del Covid-19.
Assoclima, che le rappresenta, precisa intanto che “le più importanti associazioni nazionali e internazionali di esperti del settore della climatizzazione – tra cui ASHRAE (American Society of Heating, Refrigerating and Air-Conditioning Engineers), REHVA (Federation of European Heating, Ventilation and Air Conditioning associations) e AiCARR (Associazione italiana Condizionamento dell’Aria, Riscaldamento, Refrigerazione) – hanno costituito al proprio interno alcuni gruppi di lavoro ed elaborato documenti e protocolli sul tema Covid 19. E la conclusione alla quale sono arrivati gli esperti delle associazioni è che la ventilazione e la filtrazione fornite dai sistemi di climatizzazione utilizzati per il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo contribuiscono a ridurre la concentrazione di SARS-CoV-2 nell’aria e quindi il rischio di trasmissione. Al contrario, spazi non climatizzati possono causare stress termico e, soprattutto nei soggetti più deboli, ridurre la resistenza alle infezioni. In generale, quindi, secondo gli esperti lo spegnimento dei sistemi di climatizzazione e ventilazione non è una misura raccomandata per ridurre la trasmissione del virus”.
“Tutti gli esperti, compresi l’Istituto Superiore di Sanità e l’OMS – prosegue Assoclima – sono concordi sulla necessità del ricambio d’aria negli ambienti con immissione di aria esterna o in modo naturale, mediante apertura delle finestre, o attraverso sistemi di climatizzazione con ventilazione meccanica.
Per maggiore prudenza, soprattutto nelle aree geografiche a maggiore endemia, oltre al rispetto del distanziamento sociale e all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale viene consigliato di procedere con una sanificazione degli ambienti alla riapertura delle attività e con una pulizia giornaliera e una sanificazione periodica durante la fase di esercizio, come indicato nei documenti prodotti dal Ministero della Salute, dall’ISS e dall’Inail.
Per quanto riguarda invece gli impianti di climatizzazione, prima della loro accensione stagionale è necessario procedere con le normali attività di pulizia e manutenzione atte a garantirne il corretto funzionamento”.