Rinegoziare i contratti d’affitto, tutelando sia i conduttori sia i proprietari immobiliari. È l’appello che arriva dalle rappresentanze sindacali degli inquilini (Sunia, Sicet e Uniat) dell’Emilia Romagna, per voce dei tre referenti locali: Valentino Minarelli (Sunia); Eugenia Cella (Sicet); Egisto Gasperoni (Uniat).
«Stiamo ricevendo in questi giorni diverse telefonate di studenti, lavoratori fuori sede e piccoli proprietari che chiedono come comportarsi con l’interruzione delle attività produttive, di servizi e della scuola di ogni ordine e grado comprese quelle universitarie. Più nel dettaglio, come comportarsi dinnanzi allo studente o all’inquilino lavoratore che ha abbandonato il proprio alloggio e/o se sia possibile sospendere il riconoscimento (parziale o totale) del canone d’affitto.
A questo proposito, c’è da considerare che l’evoluzione dell’epidemia è al momento sconosciuta, così come la data di ripresa delle più diverse attività. Sarà molto probabilmente una ripresa lenta, anche per evitare i contagi di ritorno, e di conseguenza chi ha subito un danno economico avrà oggettive difficoltà a mantenere fede ai contratti stipulati in un’altra stagione economica».
«L’attuale normativa – illustrano i referenti sindacali – non consente una sospensione o interruzione per eventi di natura socio-sanitaria. Proponiamo quindi l’attivazione di tavoli di crisi attraverso il coinvolgimento delle istituzioni, così da tentare una rinegoziazione dei contratti in essere.
Si tratta di un percorso che deve essere, per forza di cose, incentivato da misure che consentano una riduzione dei canoni per gli inquilini e vantaggi economici per i proprietari che accettano di rinegoziare i contratti in essere».
Come spiegano le 3 sigle sindacali, «mentre le nostre strutture nazionali stanno chiedendo al Governo di aumentare le risorse da destinare ai contributi per l’affitto per le famiglie colpite dalla crisi, a livello locale riteniamo necessario incontrare le amministrazioni comunali alle quali sottoporre le nostre richieste, e cioè:
Sempre secondo Sunia, Sicet ed Uniat Emilia Romagna, «è anche assolutamente necessario sollecitare le amministrazioni locali a erogare in tempi stretti alle famiglie i contributi relativi al Fondo sociale per l’affitto (che in molti territori si è chiuso a febbraio 2020), nonché quelli relativi gli altri bandi di iniziativa locale in materia di sostegno alla locazione».