Dopo dieci aumenti consecutivi, al termine dell’ultima riunione il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso di non apportare variazioni ai tassi di interesse che definiscono il costo del denaro.
Restano quindi al 4,50 per cento i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, al 4,75% sulle operazioni di rifinanziamento marginale e al 4,00% per i depositi presso la Banca Centrale.
Secondo l’istituto di Francoforte, gli aumenti effettuati fino ad oggi dovrebbero essere sufficienti ad arginare l’inflazione, anche se ancora non si registra un deciso calo. L’economia europea, però, di una boccata d’ossigeno, una pausa che dia respiro all’economia europea, ne ha bisogno
Gli esperti non escludono però la possibilità di ulteriori aumenti dei tassi nei prossimi mesi, e c’è già grande attesa per la prossima riunione, calendarizzata per il 14 dicembre.
La tanto attesa discesa dei tassi, che potrebbe dare sollievo all’economia, ai mutui e ai prestiti, potrebbe non farsi vedere prima dell’estate 2024.
Intanto, questo scenario, non sono attesi cambiamenti rilevanti nel prezzo dei mutui. Pertanto i mutui a tasso fisso e quelli a tasso misto continueranno a essere più attraenti di quelli variabili, almeno nel breve periodo.
E’ vero che la Bce in questo momento ha lasciato invariati i tassi di interesse, ma i continui aumenti delle rate mensili degli ultimi due anni pesano fino a quasi +4.400 euro all’anno su chi ha acceso un finanziamento a tasso variabile. Lo afferma il Codacons, commentando lo stop al rialzo dei tassi deciso oggi dalla Bce.
Considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, per una durata di 25 anni, ossia l’importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa, la rata mensile è salita complessivamente negli ultimi due anni tra i +270 e i +365 euro per effetto di tutti gli incrementi imposti dalla Banca Centrale Europea a partire dal 2022. Questo significa, secondo Codacons, che una famiglia che ha acceso un mutuo a tasso variabile si ritrova a spendere oggi in media tra i +3.240 e +4.380 euro all’anno rispetto a quanto pagato nel 2021 come conseguenza delle politiche monetarie della Banca Centrale Europea.