Una dettagliata analisi del centro studi dell’APEP – Associazione Professionale per le Esecuzioni della Provincia di Padova ha permesso di tracciare il profilo dei soggetti partecipanti al processo di compravendita all’asta degli immobili: una persona su due (49%) è alla ricerca della prima casa e oltre 3 soggetti su 4 (76%) partecipano come persone fisiche.
I giovani offerenti sono solo uno su cinque (20%) e solo un terzo ha usufruito del bonus prima casa under 36 per l’acquisto di un immobile all’incanto. “Occorre promuovere tra gli under 35 e le società di capitali i vantaggi derivanti dall’acquisto di un immobile all’asta” dichiara Bruno Saglietti, presidente dell’APEP – Associazione Professionale per le Esecuzioni della Provincia di Padova
Il mondo delle aste immobiliari ha un animo fortemente maschile. Sono oltre 7 su 10 (72%) infatti i soggetti uomini che partecipano al processo di compravendita di un immobile all’incanto e in oltre 3 casi su 4 (76%) intervengono in qualità di persone fisiche. I partecipanti che invece intervengono in un’asta immobiliare per conto di una società sono uno su 4 (24%).
Andando ad analizzare l’età dei soggetti partecipanti si scopre che in quasi un caso su due (47%) hanno tra i 35 e i 50 anni, i giovani under 35 sono uno su 5 (20%), gli adulti di età compresa tra i 50 e 60 anni sono pari al 18% mentre gli over 60 rappresentano solo il 15% del campione analizzato.
Sono questi alcuni dei principali dati sull’identikit dei partecipanti alle aste immobiliari elaborati dal centro studi dell’APEP – Associazione Professionale per le Esecuzioni della Provincia di Padova su un campione di 233 procedimenti all’incanto che si sono svolti, a livello nazionale, nel corso del primo semestre 2023.
La principale motivazione che, in quasi un caso su due (49%), spinge un soggetto a partecipare ad un’asta immobiliare è sicuramente quella di poter acquistare la prima casa, soddisfacendo un bisogno reale anche mediante la possibilità di risparmiare, in media, per alcune tipologie di immobili fino ad un massimo del 20/25% rispetto a quello che è il reale valore di mercato, considerando anche l’assenza dei costi di intermediazione.
Un aspetto non certo secondario in un’epoca di forte rialzo del costo del denaro e dei tassi di interesse, con riflessi diretti sull’importo delle rate e sulla possibilità di poter accendere un mutuo in banca. La gran parte degli utenti che partecipa ad un procedimento di vendita all’incanto di un immobile lo fa, infatti, mediante l’accensione di un mutuo con gli istituti di credito, che offrono piani di finanziamento ad hoc.
L’acquisto di un immobile all’asta rappresenta un’opportunità in più anche e soprattutto per il 20% di giovani che, nel corso del primo semestre, hanno partecipato ad una procedura di vendita all’incanto; tra questi però solo uno su tre (30%) ha fatto richiesta di poter accedere al bonus “prima casa under 36” per l’acquisto all’asta di una casa.
Un’agevolazione fiscale introdotta nel 2021 dal governo Draghi con il decreto legge “Sostegni bis” per favorire l’autonomia abitativa dei giovani di età inferiore a 36 anni e con indicatore ISEE non superiore a 40mila euro annui, poi confermata e prolungata dal governo Meloni fino al 31 dicembre 2023. Un’opzione che, secondo quanto chiarito in un parere dell’Agenzia delle Entrate in risposta al quesito sottoposto da un contribuente, è valida e può essere sfruttata anche per l’acquisto all’asta di un immobile, anche se spesso pochi utenti sono a conoscenza di quest’opportunità di acquisto della prima casa.
“L’analisi svolta dal nostro centro studi sui procedimenti all’incanto relativi al primo semestre 2023 offre uno spaccato completo e dettagliato rispetto alla tipologia di soggetti partecipanti e interessati all’acquisto di un immobile all’asta – dichiara Bruno Saglietti, presidente dell’APEP – Associazione Professionale per le Esecuzioni della Provincia di Padova – Un mondo, quello delle compravendite all’incanto, appannaggio quasi esclusivo della popolazione maschile, di età compresa tra i 35 e i 50 anni e che punta, nella metà dei casi, all’acquisto della prima casa. Sono ancora pochi, invece, i giovani e le società di capitali che scelgono questo strumento ed è proprio su queste due categorie di utenti che sarà necessario svolgere, a livello nazionale, un importante lavoro di educazione e sensibilizzazione, smentendo anche alcuni dei principali luoghi comuni che circondano il mondo delle aste”.
Prima fra tutti l’idea, sbagliata, che se una persona decide di mettere la casa all’asta è perché quest’ultima abbia un’origine “problematica”.
Ciò in realtà, al giorno d’oggi, non è più un assioma valido e automatico in quanto sempre più spesso una persona e/o un’impresa decidono di rivolgersi a dei professionisti specializzati per mettere in vendita un immobile, con la garanzia di poter massimizzare il ricavato dalla vendita, sfruttando il meccanismo dell’asta.
Comunicato stampa