Profondo rosso nei principali dati diffusi dall’Istat sul Movimento turistico in Italia nei primi tre trimestri del 2020. A causa della pandemia le notti passate nelle strutture ricettive dell’Unione Europea hanno subito un calo del 50% rispetto al 2019. In Italia, le presenze dei primi 9 mesi del 2020 sono il 46% di quelle del 2019 e nel settore extra alberghiero il 54,4%. Le mete più danneggiate risultano essere le città d’arte.
Proprio in questo quadro di difficoltà economica diffusa il settore extra alberghiero potrebbe essere il primo a ripartire nonostante la pandemia. Il Governo dovrebbe “supportare gli affitti brevi, a metterle a reddito rendendone semplice ed efficiente l’affidamento a operatori specializzati che le promuovano online, nel totale rispetto delle normative, con flussi di denaro tracciati, raccogliendo tassa di soggiorno e versando la cedolare secca” Questo è quanto dichiarato Marco Celani, Presidente AIGAB – Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi, subito dopo la pubblicazione dei dati Istat.
Celani precisa che nel suo report “l’ISTAT certifica che la ricettività extra alberghiera è stata la prima a ripartire (…). Spinti anche dalla necessità di mete isolate, il desiderio di non condividere spazi comuni, la mancanza di fiducia nelle sanificazioni effettuate in strutture di grandi dimensioni, i viaggi di prossimità in località raggiungibili con mezzi propri, voglia di garantirsi una soluzione di alloggio seppur temporaneo per riuscire a coniugare lavoro e vacanza”.
“Ci auguriamo che il Governo – continua Celani – prenda atto che, anche nel 2021, i gestori che operano professionalmente sul mercato degli affitti brevi, potranno dare un contributo importante nell’accoglienza di turisti stranieri e italiani che si porranno nel solco della sharing economy”.
Sembra purtroppo che le richieste avanzate dal presidente Celani, ad oggi non siano state recepite dal Parlamento che, proprio ieri, ha approvato la Legge di Bilancio 2021. All’interno della manovra è stata introdotta una norma che stabilisce che il regime agevolato della cedolare secca al 21% potrà essere applicato per un massimo di quattro immobili. Se gli immobili destinati alla locazione sono più di quattro, si configura attività di impresa per quale è necessaria l’apertura di una partita IVA.
Dura la reazione del Presidente AIGAB: “si cerca di mettere una stretta sugli affitti brevi con articoli estemporanei mentre servirebbero leggi semplici ed eque ed una capacità da parte delle autorità di farle rispettare. Chi ha tanti appartamenti tende a fare le cose in regola, appoggiandosi a terzi o qualificandosi impresa per poter scaricare i costi. Piuttosto, bisognerebbe cercare di colpire i gestori illegali e favorire chi si affida a intermediari professionali“.
Critica alla norma provengono anche dai proprietari di casa. Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, sottolinea: “non è chiaro quale sia l’obiettivo della norma: se si volessero tutelare i centri storici, come si dichiara, bisognerebbe piuttosto incentivare l’affitto lungo. E, comunque, la norma lascia molti dubbi applicativi”.