Parole d’ordine: sicurezza e applicazione delle norme.Soltanto in questo modo potranno calare gli incidenti (soprattutto domestici)
riconducibili al gas, che da parte propria si conferma come un killer spietato
e neanche troppo silenzioso.
È questa la chiosa del rapporto sugli incidenti da gas
combustibili nell’anno 2014, presentato nei giorni scorsi a Milano nell’ambito
del tradizionale Forum Uni-Cig. Proprio il Comitato italiano gas ha realizzato
la statistica (riconosciuta dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il
sistema idrico) secondo cui il gas distribuito a mezzo reti (gas canalizzato)
ha fatto registrare nel 2014 un numero di accadimenti numericamente inferiore
all’anno precedente, ma sostanzialmente in linea con l’andamento degli ultimi
anni, mentre l’andamento degli incidenti relativi all’utilizzo di Gpl
distribuito in bombole e piccoli serbatoi ha fatto segnare un preoccupante
incremento, tanto più alla luce della flessione delle utenze, accompagnata da
un calo dei consumi.
Per poter contestualizzare le valutazioni sui trend in
essere, è necessario fare il punto sull’andamento dei consumi e del numero di
utenze servite. Sul primo versante va registrata una forte flessione della
domanda, che nel 2014 si è attestata sui minimi storici degli ultimi dieci
anni: i consumi di gas canalizzato per usi civili sono stati pari a 26,5
miliardi di metri cubi, con una riduzione di 2,1 miliardi di metri cubi
rispetto all’anno precedente (- 7,3%). Nel settore del Gpl le cose non sono
andate meglio: nel 2014 i consumi di gas in bombole e serbatoi sono stati pari
a 1,5 milioni di tonnellate, con una riduzione di 0,22 milioni di tonnellate
rispetto all’anno precedente (-12,8%).
I cali dei consumi sono stati accompagnati da una parallela
contrazione del numero delle utenze servite: 21,3 milioni nel caso dei gas
canalizzati, con una riduzione di 400mila unità rispetto all’anno precedente
(-1,8%) e 7 milioni nel caso del Gpl, in diminuzione di 200mila unità rispetto
al 2014 (-2,8%). L’andamento dei consumi deve essere tenuto nel debito conto
per valutare in termini relativi, sia in positivo che in negativo, le
variazioni registrate nel numero degli incidenti rispetto l’anno precedente.
Relativamente al gas canalizzato, nel 2014, complice anche
la citata forte contrazione dei consumi, si è verificata una ulteriore e
significativa riduzione degli accadimenti: si sono registrati 126 incidenti, e
cioè il valore più basso dal 2007, con una riduzione di 33 incidenti rispetto
all’anno precedente. Tale riduzione può essere solo in minima parte ascrivibile
alla modificazione della soglia prescritta per la definizione regolatoria di
“incidente”: infatti, in precedenza la soglia minima per la classificazione
statistica per tutti gli incidenti era di 1.000 euro; tale soglia è rimasta
immutata per gli incidenti che avvengono a valle del contatore, mentre è stata
differenziata con l’innalzamento a 5.000 euro, per gli incidenti che accadono
sugli impianti di distribuzione.
I minori consumi hanno avuto ovviamente la conseguenza di
determinare in proporzione minore i casi di intossicazione da monossido di
carbonio; va tuttavia rilevato che nei casi di non idoneo funzionamento degli
apparecchi è aumentata la gravità delle conseguenze (da 4 a 7 decessi nel 2014
per le caldaie unifamiliari).
Viceversa, e inaspettatamente in confronto ai dati dello
scorso anno, nel settore del Gpl, pur in presenza di una riduzione dei consumi,
il numero degli incidenti è aumentato, attestandosi a 128 incidenti: 18 in più
rispetto all’anno precedente.
Nel settore dei gas canalizzati, a fronte delle riduzioni
dei consumi, delle utenze servite e del numero complessivo degli incidenti,
quelli mortali sono aumentati rispetto al 2013 (da 9 a 14). Viceversa, nel
settore del Gpl, pur in presenza di un numero complessivo di incidenti
cresciuto nel 2013, quelli mortali sono diminuiti (da 15 a 10) e i decessi si
sono ridotti (da 15 a 11), mentre gli infortunati sono aumentati (da 109 a
138).
L’analisi dell’andamento stagionale degli incidenti consente
di individuare un primo fenomeno: nel settore dei gas canalizzati, dei 33
incidenti in meno registrati nel 2014, ben 28 si riferiscono al periodo
invernale novembre-marzo. Questa concentrazione stagionale si riscontra, ma in
aumento, anche nel settore del Gpl: dei 18 incidenti in più registrati nel
2014, ben 15 sono riferibili al periodo invernale novembre-marzo.
Nel caso dei gas canalizzati, le cause più frequenti di
incidente si confermano essere la non idoneità dell’impianto di evacuazione dei
prodotti della combustione e/o l’insufficiente aerazione/ventilazione del
locale, con una incidenza complessiva del 29%, nonostante un calo di circa 10
punti percentuali rispetto all’anno precedente. Risulta dimezzata anche
l’incidenza degli incidenti dovuti a carenza di manutenzione, pari al 7% nel
2014. Allo stesso tempo, si registra un incremento dell’incidenza di incidenti
riconducibili a non idoneo funzionamento degli apparecchi (dal 13% al 20%), ove
dal funzionamento non idoneo sono da escludere cause imputabili a difettosità
di fabbricazione, non più riscontrate da molti anni.
Sullo sfondo di questo quadro, è necessario mantenere alta
l’attenzione e proseguire con impegno crescente sulla strada da tempo
intrapresa. Ciò perché, se da un lato è vero che i controlli e la manutenzione
sugli impianti consentono di ridurre gli incidenti, dall’altro lato è anche
vero che tende ad ampliarsi il gap qualitativo tra impianti e apparecchi
costruiti/installati e/o manutenzionati a regola d’arte e quelli abbandonati a
sé stessi, ai quali vanno ascritti gli incrementi dei decessi (incidenza
dall’8% al 22%). In altri termini, persiste uno zoccolo duro di impianti e
apparecchi obsoleti e spesso non più a norma, la cui “qualità” sta
progressivamente degradando, creando quindi le condizioni per potenziali
peggioramenti delle conseguenze di eventuali incidenti.
Fenomeni degni di attenzione si rilevano anche nel settore
del Gpl, dove l’uso scorretto o l’errata manovra sulle bombole si conferma come
la causa di gran lunga prevalente sia dei incidenti registrati (31%), sia dei
decessi (18%) e degli infortunati (30%). Presumibilmente è in aumento il numero
degli utenti “fai da te”, anche nelle more di utilizzi in parallelo di bombole
in unità abitative già servite da reti di distribuzione di gas naturale, come
in alcuni casi, è stato riscontrato. Nel contesto non è superfluo ricordare che
la legge obbliga tutti coloro che sono interessati alle utilizzazioni dei gas
combustibili di prevenire il verificarsi di incidenti da gas.
Gli incidenti da gas non sono accadimenti ineluttabili; essi
possono essere efficacemente prevenuti con il puntuale rispetto di poche,
fondamentali regole:
* precisa osservanza delle leggi;
* conformità alla normativa tecnica di specie;
* rispetto delle scadenze previste per la manutenzione e per
l’eventuale sostituzione di componenti (es. tubo di gomma per il collegamento
di bombole agli apparecchi);
* conduzione corretta dell’impianto di adduzione del gas e
degli apparecchi di utilizzazione, inclusa la loro manutenzione;
* attenzione alla conduzione idonea dei sistemi di
evacuazione dei prodotti della combustione, inclusa la loro manutenzione, in
modo da garantirne sempre la perfetta efficienza;
* attenzione all’installazione corretta di componenti
d’impianto aggiuntivi (non obbligatori per legge). Ad esempio, l’installazione
di rivelatori di gas deve essere eseguita da installatore abilitato, ai sensi
della norma Uni 11522 “Rivelatori di gas combustibili e monossido di carbonio
per ambienti domestici e similari – Installazione e manutenzione”.
L’installatore potrà consigliare anche in merito al prodotto più idoneo da
installare in relazione alle necessità effettive.
Per quel che riguarda l’intervento tecnico-normativo, si può
tranquillamente affermare che il corpo normativo nazionale elaborato dal Cig e
pubblicato da Uni è di primo livello e le norme di installazione vengono
continuamente revisionate ed aggiornate. Gli apparecchi di utilizzazione e la
componentistica d’impianto di qualità e conforme alle leggi e alle norme
tecniche, da molto tempo non danno adito a problemi di difettosità all’origine,
e molta cura è stata dedicata all’introduzione di materiali innovativi.
L’intervento dell’Autorità per l’energia, con la deliberazione 40/2014/r/Gas,
in sostituzione della delibera 40/04, che aveva introdotto nel settore
dell’impiantistica post contatore i controlli documentali sulla documentazione
dell’impianto, contribuisce a rafforzare ulteriormente gli obiettivi di
attenzione alla sicurezza.
Nel 2014 a questo quadro già di idonea completezza è stato
aggiunto un importante tassello. La pubblicazione della norma “Uni 11554:2014
Attività professionali non regolamentate – Figure professionali operanti sugli
impianti a gas di tipo civile alimentati da reti di distribuzione – Requisiti
di conoscenza, abilità e competenza” e della prassi di riferimento Uni/PdR
11:2014 “Raccomandazioni per la valutazione di conformità di parte terza ai
requisiti definiti dalla Uni 11554 Attività professionali non regolamentate –
Figure professionali operanti sugli impianti a gas di tipo civile alimentati da
reti di distribuzione – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”,
rappresenta un grosso passo iniziale per gli aspetti di qualificazione e
eventuale successiva certificazione del personale operante nel post contatore
gas.
Pur essendo il processo di applicazione volontaria, esso codifica sia
gli aspetti necessari per la qualificazione, sia lo schema di certificazione
che deve essere applicato dagli organismi di certificazione. È da notare
l’assoluta novità della Uni/PdR 11:2014, che porta le firme di Uni, Cig e
Accredia, sancendo per la prima volta in Italia i termini di un’alleanza tra
normazione e accreditamento, che non potrà che essere benefica per i cittadini.
In sostanza, la norma definisce i requisiti relativi all’attività
professionale, in termini di conoscenza, abilità e competenza, di coloro che
operano sugli impianti a gas combustibili della prima, seconda e terza famiglia
secondo la Uni En 437, di tipo civile alimentati da reti di distribuzione,
ossia i soggetti che: progettano, installano, rimuovono, ispezionano,
sottopongono a collaudo, prova o verifica, mettono in servizio e mantengono in
stato di sicuro funzionamento gli impianti alimentati a gas; scelgono,
installano, rimuovono, sottopongono a prova o verifica, mettono in servizio e
manutengono gli apparecchi a gas e loro componenti. Il processo di
qualificazione/certificazione è applicabile esclusivamente ad operatori di imprese
già abilitate ai sensi della legislazione vigente (DM 37/08).