[A cura di: Sicet]In un clima sempre più teso, complice la continua benzina gettata sul fuoco di qualsivoglia diatriba dagli apparati di comunicazione dei leaders delle due forze di Governo, e le conseguenti schermaglie quotidiane con le quali fagocitano il dibattito politico, non si placano le polemiche intorno allo sgombero della Palazzina di Primavalle, a Roma.
Tra i primi ad intervenire sulla vicenda, questa volta, c’è il segretario generale del Sicet, Nino Falotico: “Continuare ad affrontare l’emergenza casa solo sul piano dell’ordine pubblico sposta i problemi ma non li risolve. Allo stesso tempo, ovviamente, prendiamo le distanze anche dai disordini e consideriamo controproducente ogni forma di violenza”.
Secondo Falotico, “l’occupazione abusiva di immobili è la spia di un’emergenza abitativa che va affrontata con misure concrete per dare una casa a chi non ce l’ha. Procedere agli sgomberi senza aver prima predisposto un piano di sistemazione alternativa significa affrontare solo una parte del problema”. Per il segretario del sindacato inquilini della Cisl, “l’occupazione di immobili abbandonati e in condizioni di degrado è molto spesso l’ultima chance per famiglie che per ragioni economiche non possono avere accesso a un’abitazione regolare. In un Paese in cui nel solo 2018 sono stati eseguiti più di 30 mila sfratti – continua Falotico – vanno ricercate soluzioni strutturali e non estemporanee campagne mediatiche. Per questo sollecitiamo da tempo il potenziamento del fondo di sostegno agli affitti per aiutare le famiglie a basso reddito a non cadere nella morosità, il rilancio degli investimenti in edilizia sociale e nel miglioramento della qualità della vita delle periferie e una riforma della legge 431/98 che va adeguata ai tempi per rispondere ai nuovi bisogni abitativi della società italiana”.
Ma sulla questione è intervenuto anche Emiliano Guarneri, segretario del Sunia di Roma: “Con lo sgombero dell’immobile di via Cardinal Capranica a Primavalle dobbiamo prendere atto che il tema del disagio e dell’emergenza abitativa nella città di Roma non è trattato né come un problema sociale né come un tema di ordine pubblico; l’emergenza abitativa è considerata solo una risorsa per la peggiore speculazione mediatica ed elettorale. Il tema dell’abitare coglie l’attenzione della politica esclusivamente quando riesce a dare una opportunità per mostrare i muscoli contro chi attenterebbe alla sicurezza degli italiani. E così, dopo manifestazioni di tifo o di profonda indignazione sui social mentre 70 bambini vengono messi in strada, tutti dimentichiamo che una soluzione per loro le istituzioni debbono trovarla”.
“Il Comune – continua Guarneri – fa sapere che sono state censite circa 200 persone a cui offrire ospitalità in case famiglia e centri di accoglienza, cercando di non dividere nuclei familiari, ma la domanda che sorge spontanea è: perché non si è provveduto ad un rilascio meno traumatico e conflittuale, visto che, supponiamo, le 200 soluzioni alloggiative non saranno state reperite tutte durante la notte? Delle due una, o le soluzioni non ci sono o si è voluto a tutti i costi spettacolarizzare il problema. E comunque mancano all’appello oltre 100 persone, per le quali abbiamo aperto i cancelli del loro ricovero abitativo certo, trasformandoli in fantasmi in giro per la città. Un paradosso, visto che abbiamo giocato a battaglia navale con mezza Europa per due settimane per non far sbarcare 41 migranti. Infine, vale la pena ricordare che in queste situazioni di profonda sofferenza ci sono quelle famiglie che non ce l’hanno fatta a continuare a pagare un canone o un mutuo, e ai quali non è stata offerta la possibilità di restituire i loro debiti in 81 anni…”.
[Foto da: www.open.online]