Dopo il boom del 2021, il numero di compravendite di abitazioni cresce ancora nel primo quadrimestre 2022, anche se con minore intensità, e per i prossimi quattro mesi ci si attende lo stesso livello di ritmo. A giudizio del 54,2% degli operatori immobiliari Fimaa – Federazione italiana mediatori agenti d’affari, aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia – il mercato della casa è stabile sui livelli dell’ultimo quadrimestre del 2021, ma si tratta di una risultante che rivela un “disequilibrio” tra domanda e offerta: la domanda per acquisto è percepita ancora dinamica – come nel 2021 – dal 56,3% di agenti immobiliari, mentre la quantità di offerta in vendita viene percepita in riduzione dal 51,2%.
L’impatto sui prezzi di questo “disequilibrio”, a giudizio della maggioranza del campione (58,4%) è una variazione percentuale tendenziale analoga a quella avuta alla fine del quadrimestre precedente, pari al +4%. Per i prossimi 4 mesi, secondo il sondaggio, il mercato proseguirà ancora sugli stessi livelli del quadrimestre appena concluso, sia per il numero di scambi (62,2% dei giudizi), sia per i prezzi medi di vendita (quota del 68,4%).
A trainare il mercato, secondo più di un quarto del campione, sono ancora le agevolazioni per i giovani con meno di 36 anni (esenzione imposte e mutuo fino al 100%), seguite dagli acquisti per investimento (23,4%). Al terzo posto con il 20,3% dei giudizi sono indicati i tassi di interesse sui mutui, ritenuti ancora competitivi. Ma proprio le aspettative di un rialzo dei tassi di interesse rappresentano per il futuro il principale punto di debolezza del mercato, con il 19,6% di preferenze, mentre la guerra in corso tra Russia e Ucraina è motivo di preoccupazione per il 18,2% del panel.
Tra gli altri “punti deboli”, l’offerta ritenuta non più abbondante come in passato e che fatica, talvolta, a soddisfare la domanda (17,8% delle preferenze); l’aumento della tassazione immobiliare con l’annunciata riforma degli estimi (14,1%); il rincaro dei prezzi delle materie prime che genera rialzi nei prezzi delle abitazioni nuove (11,5%); la misura del 110% che non ha dato gli effetti auspicati (7,7%).
Per il mercato delle locazioni la dinamica appare stabile con la maggior parte del campione di interpellati che riferisce di un numero di contratti canoni sugli stessi livelli dello scorso anno. Nel 2021, il numero di abitazioni locate in Italia è stato oltre 1 milione e 365mila, quasi il 6% in più rispetto all’anno precedente: in base alla distribuzione di risposte ottenute dagli operatori immobiliari, nei primi 4 mesi del 2022 la domanda di appartamenti in locazione non dà segnali di calo con un’offerta che resta ridotta. Per le case vacanza, ci aspetta per il secondo quadrimestre un’ulteriore crescita delle compravendite (48,2% del campione); prezzi sui livelli del 2021 (a giudizio del 61,7% degli intervistati); canoni di locazione come quelli rilevati nel 2021 (a giudizio del 48,6% del panel, con una quota del 46,3% che ipotizza ancora aumenti).
“Nel 2021 sono state scambiate quasi 749 mila compravendite di abitazioni in Italia, nuovo record dal 2008 e rispetto al 2019, nel 2021 si sono registrate oltre 144 mila unità scambiate in più (+23,9%), e quasi 190 mila in più di quelle del 2020 (+34%)”, osserva Andrea Oliva, coordinatore Ufficio Studi Fimaa, e “in questi primi quattro mesi del 2022 la congiuntura del mercato della compravendita abitativa individua una domanda stabile”.
Il mercato della casa “è trainato, prevalentemente, dagli acquisti dei giovani che possono accedere ai finanziamenti agevolati, ma poco meno di un quarto di acquisti di abitazioni è per investimento” sottolinea Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa, e ” considerati gli aumenti che hanno raggiunto i canoni di locazione, rapportati ai prezzi di vendita degli immobili mai così convenienti, nell’attuale fase di mercato l’investimento immobiliare permette di raggiungere interessanti redditività, competitive se confrontate con quelle dei titoli di Stato. E in più si può sperare in una rivalutazione in conto capitale dato che, storicamente, i prezzi abitativi nei periodi di inflazione in ascesa, hanno sempre permesso di mantenere immutato il potere di acquisto”.
Fonte: Agenzia Ansa