[A cura di: Massimo Anderson – presidente Federproprietà] Sono 75 anni che Federproprietà difende i diritti dei proprietari di casa e, così facendo, si è assunta il ruolo di difendere le giuste rivendicazioni di oltre il 75% della popolazione italiana proprietaria della casa in cui abita.
La ricchezza delle famiglie italiane, al 31 dicembre 2017, secondo il rapporto Bankitalia-Istat del maggio 2019, è di 9.743 miliardi di euro. Oltre la metà è costituita dalle abitazioni per un valore di 5.246 miliardi, assieme ai terreni raggiunge i 6.295 miliardi di euro. La proprietà di case, negozi, uffici capannoni è garantita dall’articolo 42 ed altri della nostra Costituzione, ma è necessario che si vigili perché nessuno attenti a questi importanti principi. Per questo motivo lo scorso 12 giugno Federproprietà ha preso l’iniziativa di inviare alla Commissione Parlamentare di Vigilanza dell’Anagrafe Tributaria un’indagine, realizzata dal nostro Ufficio Studi, sul tema: “Per una riforma della fiscalità immobiliare: equità, giustizia, semplificazione e rilancio del settore” di cui, come presidente dell’associazione, pongo in evidenza le parti più rilevanti.
La crisi economica si è abbattuta in Italia anche sul settore dell’edilizia e in particolare sul comparto immobiliare: nei grandi centri urbani sono aumentate le difficoltà delle famiglie di acquistare l’abitazione principale, mentre nei piccoli comuni si sono dovute affrontare nuove e più pesanti tasse decise dalle amministrazioni degli enti locali. Alle spese per i servizi sociali si sono aggiunte altre riconducibili ai tributi, quali l’estensione abnorme dei parcheggi a pagamento ed un costo anche per l’accesso nei centri storici.
Federproprietà ritiene che il Parlamento e il Governo debbano intervenire per ridurre la pressione fiscale, garantendo in tal modo il rispetto del diritto di proprietà dell’immobile; e prendere in considerazione la semplificazione dell’enorme complesso di leggi e regolamenti.
Secondo un dossier dell’Unione nazionale delle imprese a tutela del credito, le rate non pagate dalle famiglie italiane per mutui, prestiti e bollette hanno toccato nel 2018 il record di 82,3 miliardi di euro. Il risultato è che gli istituti bancari sono entrati nell’ottica di cedere i crediti deteriorati a società specializzate per ridurre l’esposizione del sistema creditizio, spesso senza alcuna tutela per il debitore di necessità.
Si sono poi aggiunti i danni provocati dai terremoti, dalle alluvioni e dai cambiamenti climatici anche in conseguenza di una cattiva gestione e dell’assenza di manutenzione delle strutture idro-geologiche e del territorio.
Di fronte all’emergenza Federproprietà ha proposto:
a) l’istituzione di una cabina di regia coordinata dal Governo, d’intesa con i Ministeri dell’Economia e delle Finanze, dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e Trasporti con la partecipazione dei rappresentanti delle categorie di settore. In questa direzione si muove il disegno di legge n. 429, presentato il 29 maggio 2018, che prevede l’istituzione di un Tavolo permanente di confronto sulle politiche abitative;
b) il varo di un programma di edilizia sociale pluriennale articolato, a seconda dei destinatari e della loro capacità economica, in edilizia agevolata, proprietà/assegnazione ed edilizia sovvenzionata destinata alle categorie sociali più deboli. È altresì evidente la necessità di coordinare il tutto, al fine di evitare conflitti, con l’autonomia e la competenza delle regioni;
c) la promozione del sistema della locazione con patto di futuro riscatto al fine di responsabilizzare gli assegnatari nella gestione degli alloggi e quindi evitare l’accumulo delle morosità e l’utilizzo senza diligenza degli immobili con specifico riferimento alle gestioni delle ATER;
d) l’introduzione di strumenti sindacali (contratti agevolati, housing sociale), giuridici o fiscali per riequilibrare le condizioni di mercato (eliminando i fenomeni di case sfitte o abbandonate) per agevolare chi cerca casa e per dare certezze ai proprietari che intendono locarla.
e) soluzioni, come indicato nella proposta di legge n. 403 presentata nella XVIII Legislatura, per affrontare l’annoso problema delle morosità nelle locazioni urbane;
f) il varo di un piano pluriennale per la sicurezza degli edifici colpiti dai fenomeni sismici, dalle frane, dall’esondazioni di fiumi e laghi.
Il tema della fiscalità, dopo le ricorrenti ipotesi di una patrimoniale sulla prima casa, è tornata prepotentemente nell’agenda politica. Federproprietà fa presente che in Italia si registrano già 14 patrimoniali, di cui la più gravosa è quella dell’IMU che pesa sui proprietari di seconde case per circa 21 miliardi all’anno. All’orizzonte c’è poi la revisione del catasto, sulla quale gravano i dubbi circa gli squilibri che potrebbe generare, nonostante “l’impegno di rispetto della invarianza complessiva del gettito”. In questo contesto va inserito un intervento, con risorse pubbliche, per la formazione e la realizzazione di nuove costruzioni ed il recupero dell’esistente al fine di eliminare sacche di disagio abitativo.
Federproprietà sottolinea la necessità di una complessiva riforma tributaria per rendere più equo un fisco che non abbia il solo scopo di fare cassa.
1) I dati sono allarmanti: 92 mila immobili occupati abusivamente solo nella Capitale. In Italia solo le case popolari occupate abusivamente sarebbero circa 50mila, di cui 4.300 a Milano, 1.500 a Firenze; quasi 9 mila famiglie abusive negli immobili pubblici in Sicilia.
2) Il risanamento, a partire dalla cosiddetta “ricucitura” delle periferie, dovrebbe costituire, comunque, una priorità per tutti comuni e soprattutto per la Capitale che, per le sue specificità, ha urgente necessità di una legge speciale al pari delle altre capitali europee.
3) Il censimento degli immobili occupati abusivamente spetta ai Comuni, i quali dovrebbero aggiornare anche le graduatorie per l’assegnazione degli alloggi ERP. La situazione a Roma, aggiornata al 2018, prevedeva 12.393 famiglie in graduatoria per la casa popolare. Secondo alcuni calcoli l’ultima famiglia in lista a Roma potrebbe entrare in una casa popolare tra 25 anni, ossia nel 2044.
Quella che viene chiamata “service tax”, come l’ipotesi dell’italiana “flat tax”, può essere una strada percorribile secondo Federproprietà a patto che venga varato un trasparente e vero “federalismo fiscale” che salvaguardi la solidarietà e la unità nazionale e che non favorisca le Regioni economicamente più ricche a danno di quelle del Sud, tradizionalmente più arretrate.
La ricostruzione delle abitazioni del Centro Italia (Marche, Umbria, Lazio, Emilia Romagna) devastate da terremoti, dalle alluvioni, da frane, deve rappresentare il primo passo da parte del Governo e del Parlamento per un grande progetto di rilancio.