Da una parte un gettito già nel 2014 inferiore alle attese. Dall’altra il blocco all’incremento delle aliquote per il 2015. Non solo lo Stato, ma soprattutto i Comuni, dalla casa stanno attingendo meno risorse (si fa per dire) di quanto auspicassero. Così tornano a battere cassa. È questo l’estremo sunto dell’incontro dei giorni scorsi tra Anci e Ministero dell’Economia.
Facciamo un passo indietro. Dal rapporto “Gli immobili in Italia”, a cura di Agenzia delle Entrate e Dipartimento Finanze del Ministero dell’Economia, è emerso – tra le altre cose – che nel 2014 il gettito Imu-Tasi sulla prima casa è stato pari a 3,5 miliardi di euro, in calo del 12,6% rispetto al 2012, quando l’Imu sull’abitazione principale portò nelle casse 4 miliardi di euro. In media i proprietari di prima casa hanno dunque pagato 204 euro nel 2014 contro i 227 pagati nel 2012. Ma è interessante, soprattutto, osservare il “tax gap” immobiliare, ossia la differenza tra il gettito teorico (calcolato in base ai dati catastali) e quanto effettivamente viene versato dai contribuenti. Ebbene, tale gap è stato pari nel 2014 a 4,3 miliardi di euro, sostanzialmente in linea con il valore del 2012. Tradotto: ai bilanci mancano più di 4 miliardi, riconducibili in buona parte all’evasione delle imposte sul mattone.
E veniamo ora all’incontro tra Anci e Ministero, che il presidente dell’associazione dei Comuni, Piero Fassino, ha definito “Interlocutorio, in quanto il ministro Padoan, consapevole delle difficoltà dei sindaci, si è riservato di valutare le nostre richieste, tanto che ci rivedremo a breve per riesaminare le risposte e le proposte del Governo”. Ma quali sono le istanze dell’Anci? “Abbiamo sottoposto a Padoan le forti criticità dei Comuni – spiega il sindaco di Torino Fassino – perché i tagli decisi per il 2015 non sono i primi ma gli ultimi da cinque anni a questa parte, che ci vedono destinatari di continue riduzioni di risorse. Ogni anno è sempre più difficile e insostenibile far quadrare conti e bilanci”.
E in tale contesto, assume un rilievo fondamentale la mancata invarianza di gettito sul 2015 dal passaggio da Imu a Tasi. “Mancano 625 milioni – rimarca Fassino – che nel 2014 erano previsti dal fondo perequativo e sono necessari per garantire invarianza di gettito sul 2015. E siccome il Governo ha proposto nella legge di stabilità lo stesso meccanismo di prelievo del 2014, senza queste risorse per 1800 Comuni si prospetta un ulteriore taglio che va ad aggiungersi al miliardo e mezzo già previsto”.
Peraltro, anche in merito all’Imu sui terreni agricoli permane incertezza, perché, ha ricordato il presidente Anci, “il provvedimento di qualche settimana fa accoglie solo in parte le esigenze dei Comuni montani. Chiediamo quindi che le previsioni di gettito siano verificate a consuntivo poiché, trattandosi nella maggior parte di piccoli Comuni, anche minimi scostamenti tra gettito presunto e gettito effettivo generano problemi nei bilanci”.
Infine, il presidente Anci ha confermato la volontà del Governo di avviare un tavolo con Anci sulla local tax che partirà però nel 2016. “Ma prima – ha chiosato Fassino – bisogna dare risposte a tutte queste questioni che riguardano l’anno in corso”.