In vista della scadenza ormai vicina con il saldo dell’Imu, il 16 dicembre, è bene ricordare che nel caso in cui si disponga di un’immobile concesso in comodato d’uso gratuito a genitori o figli è possibile beneficiare di un’importante riduzione dell’imposta.
Il comodato gratuito
Il comodato gratuito è a tutti gli effetti un contratto, attraverso il quale una parte si impegna a consegnare all’altra un bene mobile o immobile, affinché ne usufruisca per un periodo circoscritto e ne faccia un uso specifico. Colui che riceve il bene ha l’obbligo di restituirlo.
Nella maggior parte dei casi il comodato è un contratto gratuito. Per la sua redazione può essere scelta la forma verbale o quella scritta. Nel secondo caso deve essere registrato entro trenta giorni dalla data dell’atto. Quando si opta per il contratto verbale, invece, è necessario registrarlo solo quando viene enunciato in un altro atto sottoposto a registrazione.
L’Imu deve essere sempre versata dal proprietario dell’immobile, anche quando dovesse decidere di darlo in comodato d’uso gratuito. Ma in determinate circostanze ha diritto ad ottenere una riduzione dell’aliquota Imu al 50%. A spiegare nel dettaglio quali sono i casi in cui la base imponibile dell’imposta viene dimezzata è l’articolo 1, comma 747 delle Legge n. 160/2019: è possibile ottenere questa agevolazione se un immobile viene concesso in comodato d’uso gratuito ai parenti in linea retta. La riduzione del 50% della base imponibile dell’Imu non spetta, però, per gli immobili che sono classificati nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, anche quando vengono concessi in uno comodato d’uso gratuito ai parenti in linea retta entro il primo grado.
Fatta eccezione per il caso appena descritto, è necessario che l’immobile venga adibito ad abitazione principale. La riduzione di applica nel caso in cui:
– venga registrato il contratto di comodato;
– il comodante sia proprietario di un solo immobile dato in comodato. Oltre a questo può possederne un altro adibito ad abitazione principale. Le unità abitative non devono essere classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9;
– il comodante deve risiedere anagraficamente nello stesso comune dove è situato l’immobile dato in comodato.
La riduzione della base imponibile Imu può essere applicata anche quando – in seguito alla morte del comodatario – l’immobile venga destinato dal coniuge di quest’ultimo ad abitazione principale. Perché sia possibile continuare ad usufruire dell’agevolazione è necessario che ci siano dei figli minori.
Altri casi di riduzione Imu
I pensionati residenti all’estero non possono più beneficiare dell’esenzione Imu dal 2020. Nel 2022, la riduzione è passata al 37,5%, mentre prima era al 50%. È possibile ottenere la riduzione dell’imposta per un solo immobile posseduto in Italia e non essere residenti titolari di pensione estera. Inoltre l’immobile non deve essere locato o concesso in comodato d’uso gratuito.
Hanno diritto ad una riduzione del 25% dell’Imu i proprietari che concedono in locazione a canone concordato l’immobile: in questo caso si paga solo il 75% di quanto dovuto. Per la casa che viene affittata a canone libero, invece, è previsto il pagamento dell’intero importo dell’Imu, che è sempre a carico del proprietario.
Spetta la riduzione della base imponibile Imu al 50% per gli immobili dichiarati inagibili e per quelli storici.