In Italia ci sono quasi 1,1 milioni di edifici residenziali costruiti tra il 1946 e il 1989 sui quali è necessario effettuare interventi di innovazione dal punto di vista edilizio, urbanistico e sociale. Significa che, seguendo gli obiettivi dettati dall’Unione Europea, sono coinvolti oltre 36mila edifici all’anno per i prossimi trent’anni, e in grado di generare un impatto economico sul patrimonio edilizio di 22,6 miliardi di euro all’anno con potenziali ricadute di natura sociale per ulteriori 17,1 miliardi di euro. È quanto emerge dall’Osservatorio sull’innovazione ‘La S di ESG, una storia italiana di valore’ presentato da Scenari Immobiliari e Dils.
“Il mercato immobiliare non è esente dalle esigenze di misurazione di impatto sociale, poiché ogni operazione edilizia, qualunque siano dimensioni e localizzazione, riporta effetti più o meno incisivi sul territorio di riferimento, e quindi sul relativo tessuto economico e sociale” spiega Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari.
“Con 270mila miliardi di euro il Real Estate è la più grande industry del mondo, ma – bacchetta Giuseppe Amitrano, fondatore e ceo di Dils – tra le ultime per capacità di innovazione”.
In Italia, sottolinea una nota, il settore immobiliare raggiunge coefficienti moltiplicativi di attivazione della filiera tra i più elevati, mediamente pari a 3,4 euro ogni singolo euro investito (mentre a Milano si stima sia maggiore e pari a 3,9 euro) di cui le ricadute sociali rappresentano una quota variabile, in relazione alle peculiarità del progetto (dimensioni, funzioni, caratteristiche architettoniche, sostenibilità, ecc.) e del contesto territoriale, economico, immobiliare e sociale di riferimento, stimata tra il 40% e il 60% circa, “monetizzabili mediamente in 1,75 euro ogni singolo euro investito (2 euro stimati a Milano).
Fonte: Agenzia Ansa