Nei giorni scorsi, dopo la tragica esplosione in una palazzina di Milano (LINKA LA PARTE SOTTOLINEATA AD ARTICOLO NUMERO 2 DEL 14 GIUGNO), sul tema era intervenuto il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici Adesso, il fenomeno degli incidenti da gas viene fotografato dal report realizzato dal CIG (Comitato Italiano Gas), su mandato dell’Autorità Energia.
Ebbene, il panorama che si evince dai dati registrati nel 2015 è quello di un Paese in cui il numero degli incidenti si mantiene sostanzialmente stabile, con una leggera flessione per quanto riguarda la statistica relativa al gas distribuito a mezzo reti (gas canalizzato) e invece un piccolo incremento per quanto concerne gli incidenti relativi all’utilizzo di GPL distribuito in bombole e piccoli serbatoi.
GLI INCIDENTI
Più nel dettaglio, i dati forniti dal CIG evidenziano, al di là di ogni interpretazione, una realtà in chiaroscuro. Relativamente al gas canalizzato, nel 2015 – pur in presenza di una ripresa dei consumi – si è verificata una riduzione complessiva degli incidenti: 120, il valore più basso dal 2007, con una riduzione di 6 unità rispetto all’anno precedente. Viceversa, nel settore del GPL, in presenza di un lieve incremento dei consumi anche il numero degli incidenti è leggermente aumentato: 136 accadimenti, 8 in più rispetto all’anno precedente.
Un incremento complessivo, anche se lieve, si registra se si restringe il campo ai soli incidenti mortali: uno in più nel settore dei gas canalizzati rispetto al 2014; 8 in più nel settore del GPL. Le bombole rimangono la fonte principale di incidenti: ben 57, con 11 morti a seguito.
LE CAUSE
Anche per quanto riguarda le cause degli incidenti, il quadro conferma una realtà già altre volte fotografata. Nel caso del gas canalizzato si conferma che il combinato disposto di carenza di manutenzione, di inidoneità/assenza dell’impianto di evacuazione fumi, di insufficiente aerazione/ventilazione del locale rappresentano la causa principale degli incidenti (34% dei casi). Il malfunzionamento dell’apparecchio e/o l’installazione irregolare hanno un ruolo minore nel provocare incidenti (27%), mentre rilevante – e in continuo aumento – appare essere il ruolo dell’errore umano: l’insieme di cause quali l’uso scorretto/errata manovra e/o cause esterne per intervento di terzi e/o disattenzione hanno determinato il 23% dei sinistri e il 42% dei decessi. Risulta essere stabile l’incidenza degli incidenti dovuti a carenza di manutenzione, pari al 7% nel 2015, che contribuisce però al 12% dei decessi. Allo stesso tempo si registra un incremento dell’incidenza di incidenti riconducibili all’installazione irregolare (dal 4% al 10%), causando il 19% degli infortunati.
Tra le principali cause degli incidenti da GPL l’uso scorretto o l’errata manovra, responsabile del 28% degli incidenti e del 4% dei decessi, più 40 persone infortunate. Carenza di manutenzione e/o installazione irregolare ha causato il 25% degli incidenti e il 36% dei decessi. La disattenzione ha portato al 9% degli incidenti. La quasi totalità degli incidenti da GPL dipende dalle azioni potenzialmente pericolose messe in atto da chi utilizza la bombola sia quotidianamente che occasionalmente: il riempimento abusivo; il collegamento non corretto della bombola agli apparecchi; la mancata osservanza delle norme tecniche d’installazione; posizionare le bombole in ambienti non idonei; la disattenzione e la superficialità negli utilizzi.
LA PREVENZIONE
Gli incidenti da gas non sono accadimenti ineluttabili ma, al contrario, possono essere efficacemente prevenuti con il puntuale rispetto di poche, fondamentali regole che il CIG coglie l’occasione per ricordare: precisa osservanza delle leggi; conformità alla normativa tecnica di specie; rispetto delle scadenze previste per la manutenzione e per l’eventuale sostituzione di componenti (per esempio tubo di gomma per il collegamento di bombole agli apparecchi); conduzione corretta dell’impianto di adduzione del gas e degli apparecchi di utilizzazione, inclusa la loro manutenzione; attenzione alla conduzione idonea dei sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione, sempre inclusa la loro manutenzione, in modo da garantirne sempre la perfetta efficienza; infine, attenzione all’installazione corretta di componenti d’impianto aggiuntivi (non obbligatori per legge).
IL COMMENTO
È Michele Ronchi, direttore generale del Comitato italiano gas, a ricondurre il tema alla inevitabile responsabilità di ciascuno: “È necessario mantenere alta l’attenzione e proseguire con impegno crescente sulla strada da tempo intrapresa. Infatti, se da un lato è vero che i controlli e la manutenzione sugli impianti consentono di ridurre gli incidenti, dall’altro lato è anche vero che tende ad ampliarsi il gap qualitativo tra impianti e apparecchi costruiti, installati o sottoposti a una manutenzione a regola d’arte e quelli abbandonati a sé stessi. In altri termini, persiste uno zoccolo duro di impianti e apparecchi obsoleti e spesso non più a norma, la cui qualità sta progressivamente degradando, creando quindi le condizioni per potenziali peggioramenti delle conseguenze di eventuali incidenti. L’atteggiamento più conveniente rimane il rispetto delle regole e la responsabilità: fare la manutenzione agli impianti, accertarsi che gli impianti siano correttamente installati, non tappare le prese di ventilazione e aereazione. Insomma: avere fiducia in chi lavora, nel rispetto delle norme, evitando accuratamente ogni incauto fai da te”.