Edilizia protagonista, nelle ultime settimane, sia del dibattito politico, sia degli interventi delle associazioni e delle rappresentanze di categoria.
“Un provvedimento importante. Siamo molto soddisfatti dell’impegno profuso dal Governo per il rilancio delle opere pubbliche, ma non possiamo parlare di successo. Ancora molto deve essere fatto per tutelare il lavoro di architetti e ingegneri liberi professionisti”. Con queste parole il presidente di Fondazione Inarcassa, Egidio Comodo, ha commentato il contenuto del DL Sblocca-Cantieri, si avvia definitivamente in Gazzetta Ufficiale.
La Fondazione architetti e ingegneri liberi professionisti iscritti Inarcassa ha seguito con particolare interesse gli sviluppi del decreto fin dalle prime bozze, intervenendo anche in audizione al Senato sull’attuazione del Codice degli appalti. Seppur dopo alcuni ripensamenti, è stata accolta nel testo definitivo la richiesta dell’abolizione dell’incentivo del 2% ai dipendenti della pubblica amministrazione, misura rivendicata fin da subito dalla Fondazione: “L’incentivo ai dipendenti interni alla PA è un provvedimento che sarebbe andato a discapito della dignità professionale di architetti e ingegneri liberi professionisti, svilendone sia il ruolo sia la qualità del loro lavoro”, ha affermato il presidente Comodo.
Tuttavia, tra le criticità emerse nel decreto e che, ancora una volta, non vanno nella direzione auspicata da Inarcassa, c’è il ricorso all’appalto integrato libero, che già in passato non ha prodotto significativi vantaggi né in termini di tempi né in qualità progettuale. “Il ricorso all’appalto integrato deve essere limitato ai soli casi particolari, quando ad esempio per complessità e particolarità tecnica dell’opera si necessita del supporto diretto dell’impresa”, ha concluso Comodo.
“Il problema della sicurezza delle scuole è stato posto da tempo da noi di Ance, insieme alla società civile e alle associazioni impegnate su questo tema, all’attenzione dei decisori pubblici come una delle priorità d’azione del nostro Paese. Basti pensare che quasi il 60% degli edifici scolastici non possiede un certificato antincendio. Non è quindi accettabile che un problema di tale entità si pensi ora di risolverlo cercando scorciatoie normative che non fanno altro che creare, nel comparto dei lavori pubblici, zone d’ombra sottratte alla concorrenza e alla trasparenza”. Ad affermarlo è il presidente dell’Ance, Gabriele Buia, in riferimento all’emendamento, a firma dell’on. Pella, approvato nel corso dell’esame del decreto crescita da parte della Camera, che consente agli enti locali l’utilizzo della procedura negoziata per l’affidamento dei lavori di messa in sicurezza degli edifici scolastici fino a 5,5 milioni di euro.
Come spiega Ance, “la messa in sicurezza delle scuole è una priorità assoluta per un Paese civile che deve essere risolta in modo strutturale senza ricorrere a scorciatoie e a norme lesive della concorrenza”.
“Si tratta di una previsione sbagliata e che oltretutto entra in collisione con quella approvata recentemente nello sblocca-cantieri, che fissa a un milione la soglia della negoziata. Soluzione, questa, ben più ragionevole e condivisibile. È necessario affrontare le grandi emergenze del nostro Paese come la sicurezza delle scuole e la tutela del territorio in modo strutturale e con norme chiare e trasparenti”, conclude Buia.