[A cura di: Giuseppe Santoro, presidente Inarcassa] Nel corso di un’estate a dir poco surreale per la nostra Cassa di previdenza, il prof. Mario Draghi, con un formidabile intervento al meeting di Rimini, ha disegnato il futuro del nostro Paese. Ha spiegato, con poche semplicissime parole, ciò che sta accadendo – anche, ma non solo – a noi, liberi professionisti architetti ed ingegneri d’Italia. Un gigante in un mondo di nani.
Ad agosto nessuno di noi era in vacanza. Eravamo in attesa del decreto, poi emanato il 14 del mese, che ci dicesse che fare con il “bonus” di maggio. E soprattutto aspettavamo, con ben più apprensione, il pronunciamento dai ministeri vigilanti sull’impiego dei 100 milioni, approvato dal Comitato Nazionale dei Delegati e consegnato il 22 maggio scorso: il vero impegno a favore di una ripartenza per i nostri iscritti. Aspettativa amaramente delusa da un’ulteriore richiesta – anch’essa pervenuta alle porte di ferragosto – di dettagli e specifiche sulla nostra sostenibilità, che è e resta garantita.
E dunque, mentre le misure straordinarie messe in campo da Inarcassa sembrano a tutt’oggi ancora in alto mare, il 20 agosto oltre 100.000 ingegneri e architetti associati hanno ricevuto i 1.000 euro di indennità. Bonus di maggio, che – insieme a quelli di marzo e aprile – rappresentano un debito sia per lo Stato, sia per le Casse, ancora in attesa di ricevere tutti i denari anticipati. Vuol dire per la sola Inarcassa 164 milioni di euro, tanto per non scherzare con i numeri.
Riferendosi ai grandi sistemi e al debito pubblico, il prof. Draghi spiega “(…) questo debito sarà sostenibile, continuerà cioè a essere sottoscritto in futuro, se utilizzato a fini produttivi. Ad esempio investimenti nel capitale umano, nelle infrastrutture cruciali per la produzione, nella ricerca e altri impieghi. Se cioè sarà considerato “debito buono”. La sua sostenibilità verrà meno se invece verrà utilizzato per fini improduttivi, se sarà considerato “debito cattivo”. Regole ineccepibili che, a mio avviso, valgono anche per la nostra Cassa di previdenza.
I bonus di sostegno al reddito emanati in questi mesi, infatti, rappresentano un “debito cattivo”, perché pur potendo aiutare a “sopravvivere” per 15 giorni o un mese, non potranno mai avviare il rilancio delle libere professioni.
Il “debito buono” è, invece, quello su cui Inarcassa ha concentrato tutte le sue energie, e che, ad oggi, per noi architetti e ingegneri, significa restituire forza alle attività e liquidità per tornare ad investire sul futuro. A questo dobbiamo puntare, per offrire certezze e fiducia alle nostre categorie.
In qualità di presidente di una grande cassa di previdenza, non posso ignorare che il debito accumulato per fronteggiare la terribile pandemia di questi mesi, dovrà essere ripianato da coloro che oggi sono giovani e che, oltre ad aver diritto a sane opportunità di lavoro, meritano adeguate prospettive previdenziali. L’invito che vi rivolgo è quello di leggere con attenzione e senso di responsabilità l’intervento di Draghi, che considero rivoluzionario, lasciandovi contaminare dalla levatura morale delle sue parole. Parole che abbiamo il dovere di far diventare realtà. “Il miglior modo per ritrovare la direzione del presente è disegnare il futuro”.