[A cura di: Osservatorio Sara Assicurazioni]
Non bastava l’inquinamento dell’ambiente esterno: a minacciare la nostra salute sono anche i pericoli che si insinuano tra le mura domestiche. L’Istituto Superiore di Sanità, ad esempio, stima che il 17% delle abitazioni italiane sia a rischio radon: una sostanza estremamente nociva per l’apparato respiratorio. Per non parlare, poi, di monossido di carbonio, polveri sottili, formaldeide o anche acari: tutte sostanze spesso presenti nelle nostre abitazioni, ma che purtroppo non lasciano tracce tangibili.
E sotto la Mole? Come nel resto d’Italia, anche a Torino l’informazione è poca: come emerge dall’ultima ricerca effettuata dall’Osservatorio di Sara Assicurazioni (la compagnia assicuratrice ufficiale dell’Automobile Club d’Italia) – indagine condotta dall’istituto di ricerca Nextplora nel 2017 su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, sesso ed area geografica – il 58% dei torinesi ammette di averne una conoscenza limitata e addirittura più di uno su tre (33%) ne ignora del tutto l’esistenza.
Tra le minacce domestiche più temute dai torinesi, si collocano ai primi posti la presenza di sostanze nocive nell’aria (77%), le fughe di gas (64%) e i campi elettromagnetici (54%). Preoccupa anche l’inquinamento dell’acqua (52%) mentre solo il 23% dei torinesi si dice spaventato dagli allergeni, come i comuni acari della polvere, ospiti indesiderati che spesso si annidano tra lenzuola e coperte.
Ma come affrontare i problemi legati all’inquinamento domestico? Secondo gli intervistati del capoluogo piemontese, un approccio “fai da te” può essere efficace, areando spesso gli ambienti di casa (71%) e curandone l’igiene e la pulizia (73%). Per contrastare, poi, le radiazioni derivanti dalle nuove tecnologie, il 58% pensa sia opportuno spegnere tutti i dispositivi elettronici durante le ore notturne o quando non sono utilizzati.
Meno numerosi, invece, i torinesi che, oltre alle buone abitudini quotidiane, penserebbero di intervenire installando e cambiando regolarmente i filtri per l’aria (10%), o acquistando un depuratore dell’acqua (15%). Ed è proprio l’acqua potabile di casa che divide i torinesi. Se il 61% degli intervistati dichiara di bere abitualmente quella del rubinetto, il 39% preferisce quella in bottiglia, e uno dei motivi scatenanti è proprio la poca fiducia nella sua qualità e salubrità.
Prevenire, però, è possibile, e conoscere è il miglior modo per contrastare queste minacce, secondo quanto sostiene più dell’80% dei torinesi. Come? Il 56% vorrebbe ricevere informazioni utili dalle istituzioni, il 21% si affiderebbe invece a dispositivi tecnologici in grado di fare un check-up della propria casa e il 6% richiederebbe l’intervento di personale a domicilio per rilevazioni e mappature.