Si è tenuto a Roma l’incontro voluto dal Consiglio Nazionale del Notariato alla presenza del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, con i neo notai, già in esercizio, vincitori del concorso bandito nel 2013, e con i vincitori del concorso bandito nel 2014, in attesa di nomina. Se si considera, poi, che sono in corso di svolgimento le correzioni degli elaborati del concorso a 500 posti le cui prove scritte si sono svolte nello scorso autunno, ben presto saranno occupate circa 950 sedi notarili.
I vincitori degli ultimi concorsi hanno in media 35 anni di età e circa il 50% degli stessi è rappresentato da donne: percentuale – quella femminile – in forte aumento nel corso degli ultimi anni, mentre il 34% della categoria ha meno di 5 anni di anzianità.
L’incontro con i neo notai, i 92 presidenti dei Consigli dei distretti in cui saranno dislocate le loro sedi, i presidenti dei comitati regionali e delle principali associazioni di categoria è stato l’occasione per un confronto volto a fornire le chiavi di accesso allo svolgimento della pubblica funzione sia dal punto di vista organizzativo e deontologico, sia sotto il profilo della declinazione dei valori di cui la figura del notaio è garanzia.
“È in atto un importante turnover della categoria: nel giro di poco tempo entreranno in servizio circa 1000 neo notai – ha dichiarato il presidente del Consiglio Nazionale del Notariato, Salvatore Lombardo -. Le nuove leve devono assumere piena consapevolezza del proprio ruolo pubblico. Essere pubblici ufficiali significa essere super partes: garantire la certezza dei diritti, nel rispetto della legalità, e tutelare i contraenti più deboli nei confronti delle controparti più forti, eliminando le asimmetrie informative. Nonostante l’evoluzione della società, l’esigenza di certezza del diritto rimane la stessa. Il notariato negli ultimi 10 anni ha lavorato per offrire soluzioni sempre più avanzate sotto il profilo giuridico, anticipando a volte il legislatore, ed efficienti sotto il profilo tecnologico, indirizzando l’attività nella direzione della sua completa digitalizzazione e migliorando contemporaneamente la posizione dell’Italia nelle classifiche della competitività mondiale, come riconosciuto dalla stessa World Bank nel cosiddetto rapporto Doing Business”.