I costi dell’abitare nelle città lombarde sono in notevole crescita, come dimostrano i dati di ANCE Lombardia e di FIMAA Milano Lodi Monza e Brianza, presentati a Palazzo Pirelli durante il convegno dal titolo “Il Futuro dell’abitare” organizzato dal gruppo regionale del Partito democratico. A fronte di questo occorre un patto di ampio respiro per restituire ai lavoratori la possibilità vivere all’interno dei centri urbani.
“Occorre un patto tra costruttori, produttori, istituzioni e banche per riprodurre nelle nostre città quel patrimonio di decine di migliaia di alloggi a prezzo calmierato, abbordabili per i lavoratori, per dare una risposta al bisogno di casa e rendere le nostre città inclusive”, ha spiegato la consigliera Pd Carmela Rozza, che ha introdotto il convegno. “Oggi il caro casa colpisce anche il ceto medio che viene espulso dalle città, perché non esiste più il patrimonio abitativo che esisteva fino alla fine degli anni ’80, che allora era di proprietà delle banche, delle assicurazioni, delle fondazioni e degli enti previdenziali e che nel frattempo è stato venduto. Si è coltivata l’illusione che il problema casa fosse risolto, ma abbiamo visto che non è così”.
Oggi, secondo i dati di Fimaa diffusi in apertura del convegno, il costo di un appartamento nuovo si attesta, a Milano, sui 6.340 euro al metro quadro (+18% rispetto al 2021), un appartamento recente 5.060 euro (+20,6%) e un appartamento meno recente 3.986 euro (+23,9%). “Nell’ultimo semestre”, scrive Confcommercio sulla base dei dati Fimaa “le quotazioni residenziali a Milano sono cresciute del 3% (4% per gli appartamenti vecchi)”. L’aumento dei costi, accompagnato dalla crescita dei mutui, ha determinato una flessione dell’11% delle compravendite tra il 2022 e il 2023 (confronto dati secondo trimestre).
Anche gli affitti sono cresciuti in modo significativo e in modo particolare nella cerchia dei Bastioni, dove nell’ultimo semestre i monolocali registrano un incremento del canone dell’11% e i trilocali del 6%, mentre nel centro storico il valore è del 4%. Oggi un monolocale in centro a Milano costa 1.300 euro al mese, un bilocale 1.700, a fronte di 600 e 725 euro in periferia.
I costi di costruzione dei fabbricati residenziali, secondo stime Ance, sono aumentati rispetto al 2015, di quasi il 25%, comunque oltre il 20% dal febbraio 2022, data a partire dalla quale si sono impennati i costi energetici e di materie prime come il ferro utilizzato per il cemento armato, per poi riassestarsi su valori comunque superiori all’anno di riferimento.
“Sulle politiche della casa e dell’abitare abbiamo bisogno di un grande salto di qualità – spiega Pierfrancesco Majorino, capogruppo dem e responsabile nazionale per la casa – abbiamo bisogno, come sistema Paese, di un nuovo primato pubblico: la casa va rimessa al centro delle politiche dell’abitare, servono risorse e scelte diverse e in Lombardia abbiamo, purtroppo, un esempio molto negativo sul piano istituzionale. Questo nostro confronto rappresenta l’occasione per mettere intorno a un tavolo più attori istituzionali, pubblici, privati e portatori di punti di vista anche radicalmente diversi, e rispondere a una domanda fondamentale: come fare in modo che la politica abitativa sia meno inefficace – o forse meglio, come renderla più efficace – perché oggi l’emergenza abitativa è un tema enorme e tanti sono i cittadini lombardi che non ce la fanno”.
Comunicato stampa – Gruppo consiliare del Partito Democratico in Consiglio regionale della Lombardia