Dopo quella degli oppositori politici e delle rappresentanze degli assistenti sociali, contro la circolare sugli sgomberi delle case occupate abusivamente inviata dal Ministero dell’Interno ai prefetti arriva, come era lecito attendersi, anche la levata di scudi da parte dei sindacati inquilini.
Il segretario generale del Sunia, Daniele Barbieri, replica con durezza al documento emesso dal Ministero che fa capo a Matteo Salvini: “Dove sono le soluzioni alloggiative richiamate dalla circolare per sistemare le fragilità che dovrebbero essere sgomberate dalle occupazioni degli stabili privati? Quali sono le politiche abitative che il Governo intende adottare per allentare il disagio abitativo presente nel Paese? Su questo il silenzio è assoluto. Eppure ogni anno nel nostro Paese si eseguono mediamente oltre 30.000 sfratti, per la stragrande maggioranza causati dalla morosità; nei prossimi tre anni si stimano altre 200.000 sentenze di sfratto per morosità; nelle graduatorie per le case popolari ci sono oltre 600.000 famiglie in attesa da anni di un alloggio il cui affitto sia compatibile con il proprio reddito. Sono solo alcuni dei dati che segnalano una sofferenza sul fronte abitativo ben più ampia del fenomeno delle occupazioni abusive di stabili privati, peraltro circoscritto a poche città”.
Quindi, la stoccata di Barbieri all’Esecutivo: “Evidentemente per il Governo è più importante dare una risposta alla grande proprietà immobiliare che cercare di affrontare organicamente un problema che riguarda, tra emergenze e problemi cronici, milioni di cittadini. Non c’è dubbio che la proprietà privata debba essere tutelata, ma accanto a questo diritto esiste quello altrettanto importante di avere una casa civile e con un affitto sostenibile in cui vivere. Su come rispettare questo diritto ad oggi non c’è alcun segnale da parte del Governo”.
“Sulla stretta annunciata dal Viminale sulle occupazioni abusive di immobili si proceda con cautela predisponendo soluzioni alternative per i nuclei familiari più deboli”. È quanto chiede il segretario generale del Sicet Cisl, Nino Falotico, che chiede al ministro Salvini di “evitare sgomberi indiscriminati a uso e consumo dei mass media e della propaganda di partito”.
Per il segretario del sindacato inquilini della Cisl “sarebbe un grave errore pensare di affrontare la questione esclusivamente dal punto delle legittime aspettative della proprietà ad ottenere il rilascio degli immobili senza aver prima messo a punto una rete di protezione per i casi di conclamata precarietà sociale. Deve essere chiaro che non si possono fare sgomberi senza soluzioni alternative chiavi in mano. Non è con gli sgomberi di massa fatti sulla base di accertamenti sommari e frettolosi e senza contraddittorio che si possono affrontare situazioni che si trascinano in alcuni casi da decenni e che sono spesso conseguenza di una diffusa marginalità sociale. Al contrario, serve ponderazione per distinguere tra gli abusi veri e propri, che vanno giustamente perseguiti, e le situazioni di disagio sociale dovute alla povertà e alla storica carenza di politiche pubbliche per la casa”.
“Il principale limite della circolare – continua il segretario del Sicet Cisl – è che manca una sede preventiva di confronto sia con le organizzazioni degli inquilini sia con gli enti locali, con il rischio concreto di scaricare proprio sui Comuni gli effetti che scaturirebbero da operazioni di sgombero non adeguatamente ponderate. In più occasioni abbiamo detto che l’emergenza casa rischiava di diventare una vera polveriera sociale. Ora, con questa campagna indiscriminata – avverte Falotico – il governo si assume la responsabilità di accendere la miccia. Pertanto, abbiamo investito della questione la confederazione e chiediamo un incontro urgente al ministro Salvini per scongiurare il caos”.
Il segretario del Sicet rilancia infine l’invito al ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, a “costituire una task force ministeriale per accelerare il programma di riqualificazione di circa 20 mila immobili pubblici ex Iacp con l’obiettivo di aumentare in tempi brevi l’offerta di alloggi a canone agevolato. Per risolvere l’emergenza casa – conclude Falotico – servono politiche pubbliche e risorse per dare una casa a chi oggi non ce l’ha”.