Colpisce duramente la pandemia, imperversa la guerra in Ucraina, i mercati finanziari vivono pericolosamente sull’ottovolante e gli italiani si rifugiano come sempre nel mattone. E in un momento di particolare turbolenza su tutte le borse mondiali come quello attuale, al di là dei confini nazionali prende sempre più piede anche la corsa all’altro bene rifugio per eccellenza, l’oro. Con quotazioni che solo oggi sono schizzate oltre i 2.000 dollari l’oncia.
Secondo le ultime rilevazioni dell’Istat, la tradizionale propensione tutta italiana per l’acquisto di case è tornata a farsi sentire con forza nell’ultimo anno, tanto che i prezzi delle abitazioni sono cresciuti del 3,8%, mettendo a segno il più grosso incremento da inizio 2010. Ma anche a livello internazionale è corsa ai beni rifugio: i mercati già provati dal crac di Svb e spaventati dal salvataggio di Credit Suisse hanno fatto volare il prezzo dell’oro sopra i 2 mila dollari l’oncia per la prima volta da marzo 2022 (con un balzo del 3,9% a 2.005 dollari) per poi farlo comunque rientrare leggermente attorno 1.980 dollari.
Secondo i dati dell’Istat sul mercato immobiliare, nonostante nel 2022 le quotazioni delle case siano diminuite del 9,5% (+14,2% per quelle nuove e -17,1% per le esistenti), proseguono tuttavia i rincari, per il terzo anno consecutivo dopo l’incremento dell’1,9% nel 2020 e del 2,5% nel 2021. Con i prezzi delle abitazioni nuove che lo scorso sono saliti del 6,1% e quelli delle abitazioni esistenti che hanno fatto registrare un +3,4%.
I consumatori non sembrano però particolarmente ottimisti. L’Unione nazionale consumatori ad esempio accoglie favorevolmente la notizia diffusa dall’Istat ma il presidente Massimiliano Dona avverte che “purtroppo, però, si tratta di un dato destinato presto a peggiorare” perché, spiega, il rialzo dei tassi di interesse deciso dalle Bce, facendo salire il costo dei mutui, “produrrà una drastica riduzione dei volumi di compravendita”. Volumi che, secondo l’Istat, appaiono effettivamente già in calo dall’ultimo trimestre 2022: -2,1% la flessione registrata dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale, dopo il +1,6% del trimestre precedente. A fine anno, tuttavia, le quotazioni sembrano comunque tenere.
Le stime preliminari mostrano infatti che nel quarto trimestre 2022 l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, rimane invariato rispetto al trimestre precedente e aumenta del 2,8% nei confronti dello stesso periodo del 2021 (era +2,9% nel terzo trimestre 2022). La crescita tendenziale si deve sia al rialzo del 4,6% dei prezzi delle case nuove (contro il +2,9% del trimestre precedente), sia al +2,4% di quelli delle esistenti.
La corsa al rialzo dei prezzi nell’ultimo trimestre del 2022 è particolarmente sostenuta nelle ripartizioni del Nord (+3,4% nel Nord-Ovest e +4,2% nel Nord-Est) e più contenuto nel Centro e nel Sud e Isole (rispettivamente +1,9% e +0,6%) dove tuttavia si registra, per le abitazioni nuove, la variazione tendenziale più alta del paese (+7,8%).
Le quotazioni aumentano in tutte le città prese in esame dall’Istat ma l’accelerazione si consolida in modo particolare nei grandi centri quali Torino, Roma e Milano. In particolare a Milano i prezzi delle abitazioni aumentano, su base annua, del 6,4%, in accelerazione rispetto al trimestre precedente (quando il rialzo era del 5,6%), segue Torino dove la crescita si attesta sul +3,9%, in decelerazione dal +6,1% del trimestre precedente, mentre a Roma si registra un rialzo tendenziale del +2,8%, con un forte rallentamento per le abitazioni nuove (da +6,4% a +1,1%).
In generale si tratta di prezzi talmente elevati che Assoutenti calcola che oggi per acquistare una casa a Milano servono in media 16,8 anni di stipendio, a Roma ce ne vogliono 10,7 e a Torino 6 anni e due mesi.
Fonte: Agenzia Ansa