Tra le realtà che stanno partecipando alle audizioni parlamentari sul testo della legge di stabilità, una delle più agguerrite è certamente la Cgil. Ecco un estratto della relazione del sindacato sui punti relativi, a vario titolo, al settore della casa.
Meno tasse sulla casa, soprattutto dei ricchi
L’articolo 4 è forse la parte più famosa e dibattuta della legge stabilità: l’abolizione della Tasi su tutte le prime case, e la cancellazione dell’Imu agricola e sui macchinari cosiddetti “imbullonati”. Abbiamo già avuto modo di scrivere che togliere una tassa per tutti è ingiusto, soprattutto trattandosi di una tassa che, pur se per i servizi indivisibili dei Comuni, era collegata ai valori del patrimonio immobiliare. Le nostre considerazioni alla notizia di questo provvedimento hanno probabilmente colto nel segno, visto che nel testo definitivo della legge non viene abrogata, a differenza delle versioni precedenti, l’Imu sugli immobili di lusso.
Specifichiamo che il concetto di “lusso” è meramente tecnico, trattandosi delle categorie catastali A1, A8 e A9, cioè solo di circa 70.000 sui 20 milioni di immobili complessivi. Avere mantenuto l’Imu su questi immobili non significa avere esentato le case di pregio, tantomeno le prime case possedute da proprietari di più immobili; e laddove queste case fossero gravate di Tasi, questa è stata abolita.
Il provvedimento costa circa 3,5 miliardi, che saranno rifusi ai Comuni secondo le aliquote che sono state deliberate entro il 30 luglio 2015. Si abroga anche la già rinviata e mai attuata Imposta municipale secondaria (Imus), che doveva riordinare le tasse per occupazione suolo pubblico e pubblicità. Contestualmente si elimina l’Imu sui terreni agricoli posseduti e condotti da coltivatori diretti e sui macchinari cosiddetti “imbullonati”. Il provvedimento su immobili, terreni e imbullonati viene presentato come una riduzione della pressione fiscale finalizzata ad incrementare la domanda. Questo potrà forse valere per l’abrogazione della Tasi, al netto del fatto che abrogare l’imposta per tutti significa far risparmiare soprattutto i proprietari di abitazioni di gran valore, e distribuire poco alle fasce di proprietari più poveri che hanno una maggiore propensione al consumo, e nulla o quasi agli inquilini.
Questo può tuttavia valere con più difficoltà per i complessivi circa 930 milioni di euro necessari a togliere l’Imuy su terreni agricoli e imbullonati (404 + 530), salvo ipotizzare che questi risparmi finiscano tutti in nuovi investimenti. La Cgil non aveva condiviso fin dall’inizio l’introduzione della Tasi e aveva avanzato in alternativa un’altra proposta che oggi deve essere rilanciata, stante il fatto che l’Italia è il Paese con il più alto livello di patrimonio sia in relazione ai redditi che in relazione al Pil. La nostra proposta è quella di una imposta sulle grandi ricchezze, con aliquote progressive da applicarsi ai patrimoni, mobiliari e immobiliari di entità superiore agli 800 mila euro, per colpire le ricchezze immobilizzate del 5% delle famiglie più abbienti, finanziare un piano straordinario di investimenti e creazione diretta di occupazione e disincentivare il patrimonio improduttivo.
Canone Rai in bolletta
La annunciata riduzione del canone Rai e il suo pagamento tramite la bolletta è uno dei punti di maggiore “visibilità” mediatica di questa legge di stabilità. Abbiamo fin da subito espresso la nostra contrarietà a questa scelta. Anche le associazioni del settore hanno espresso la loro forte contrarietà, visto che in definitiva di fatto ci sarà un aumento secco di 100 euro nel costo della bolletta nella componente fiscale e parafiscale e porterebbe la quoto di mercato (energia fornita) al 39,6% dell’intera bolletta annuale per una famiglia con consumi medi.
Viene rimandato ad un futuro decreto ministeriale del Mise e del Mef, sentita l’autorità dell’energia, la definizione dei termini, i criteri e le modalità per il pagamento, ma sembra che la decisione finale sia per una unica rata di pagamento nel mese di gennaio 2016. A riprova della strumentalità dell’operazione canone, in sede di stesura dell’ultima versione del testo, all’articolo 10 è stato aggiunto il comma n. 9 con il quale si stabilisce che eventuali maggiori entrate del pagamento del canone non andranno a beneficio della azienda Rai ma saranno destinate al fondo per la riduzione della pressione fiscale di cui all’art. 1 comma 431 legge n. 147 del 27/12/2013 (recupero lotta evasione fiscale e spending review). Dobbiamo insistere nell’iter parlamentare perché si ritiri questo provvedimento, perché siamo di fronte ad nuova tassa di possesso che interviene prioritariamente sulla abitazione di residenza diventando così una “tassa domestica”.