È in calendario per il 6 aprile, al Cosmogarden della Fiera di Brescia a partire dalle ore 12, il focus sulla gestione delle piscine condominiali alla luce dell’entrata in vigore della nuova norma UNI 10637. Ad affrontare il tema, i responsabili Anaci, tra le più rappresentative associazioni di amministratori di condominio, e gli esperti di Assopiscine.
La norma UNI 10637 è la norma di riferimento del settore della costruzione delle piscine ad suo pubblico. Pubblicata lo scorso 8 febbraio, la norma ha ridefinito i requisiti di progettazione, costruzione e gestione degli impianti di trattamento dell’acqua delle piscine ad uso pubblico.
Le novità contenute nella revisione della 10637 sono molte e significative.
La prima, dalla quale discendono molte altre, è la classificazione. Si abbandona infatti la classificazione dell’Accordo Stato-Regioni, che rimane per aspetti che non riguardano gli impianti, e si adotta la classificazione CEN della norma UNI EN 15288.
Le piscine vengono quindi classificate in Tipo1, Tipo2 e Tipo3 e non più in A1, A2, B e C come nella precedente versione. Nel dettaglio, le piscine di tipo 2 (vecchie A2) andranno a includere le piscine afferenti alle strutture ricettive, alle piscine dei circoli ricreativi, militari, aziendali, alle piscine sanitarie e delle RSA, alle piscine di centri estetici o olistici, e in ultimo anche alle piscine condominiali.
Le Tipo1 corrispondono alle “vecchie” A1, le Tipo 3 sono piscine particolari non classificabili in altro modo (ad esempio piscine per tuffi, per addestramento militare o altro) e le Tipo2 sono tutte le altre.
In questo modo, dunque, le piscine condominiali vengono ricomprese nello stesso gruppo delle turistico-ricettive, senza più alcuna differenza. Il problema, che diventa sempre più difficile da definire, dei residence dove alcuni degli appartamenti vengono affittati a uso turistico viene a cadere, perché gli impianti saranno sempre gli stessi.
Ecco, in sintesi, i punti salienti delle nuove disposizioni:
• il sistema di classificazione delle piscine viene armonizzato alla UNI EN 15288-1:2019. Nel dettaglio, le piscine di tipo 2 (vecchie A2) andranno a includere le piscine afferenti alle strutture ricettive, alle piscine dei circoli ricreativi, militari, aziendali, alle piscine sanitarie e delle RSA, alle piscine di centri estetici o olistici, e in ultimo anche alle piscine condominiali;
• l’aggiornamento delle caratteristiche strutturali e tecniche degli impianti di circolazione e di disinfezione alle nuove tecnologie disponibili (es. bordi sfioratori, centraline ecc.). Confermato l’utilizzo degli skimmer esclusivamente per le vasche di tipo 2 aventi superficie ≤100 mq e quindi non per le piscine pubbliche o parchi acquatici. Relativamente alla sicurezza, viene posta una maggiore attenzione ai sistemi di ripresa immersi come presa di fondo, presa a parete e presa puliscifondo che dovranno essere progettate, installate e gestite conformemente al fine di prevenire il rischio di intrappolamento;
• la conferma del requisito di potabilità per l’acqua di approvvigionamento che dovrà essere conforme ai requisiti previsti dal Decreto Legislativo 23 febbraio 2023, n. 18 – Attuazione della direttiva (UE) 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano. Nel caso l’acqua di approvvigionamento non provenga da pubblico acquedotto, la stessa dovrà essere sottoposta a giudizio d’idoneità conformemente alle modalità e alle previsioni della disciplina regionale;
• la ricerca di Legionella e l’applicazione dei protocolli di controllo del rischio Legionellosi (rif.to Accordo Stato – Regioni del 07/05/2015 ed eventuali discipline regionali) negli impianti e nelle vasche nelle quali sono presenti attrezzature quali idro/areo massaggi e/o altri sistemi di immissione dell’acqua/aria che possono dare origine ad aerosol. Benché la presenza del cloro in vasca riduca sensibilmente il rischio, il gestore deve adottare delle misure di prevenzione e controllo come la pulizia e la disinfezione shock della vasca almeno una volta all’anno, delle tubazioni, la sostituzione dei filtri della vasca, la revisione accurata dei sistemi di circolazione dell’acqua, con eliminazione di ogni deposito ecc. producendo sempre evidenze documentali da mantenere in sede a disposizione degli organi di controllo;
• la prova colore che diventa parte del corpo della normativa tecnica e non più una semplice appendice alla stessa. Sul punto la UNI 10637 statuisce un’importante valenza igienico sanitaria della prova colore come strumento per la verifica eventuale a supporto del riesame periodico del documento di valutazione dei rischi. Per i controlli esterni del futuro potrebbe questa prova diventare un utile strumento a supporto delle attività di vigilanza degli impianti natatori;
• le nuove tecnologie per la disinfezione, come l’impiego di generatori di cloro da elettrolisi, a partire da cloruro di sodio (sale).
I professionisti del settore considerano la revisione della norma UNI 10637 una buona notizia, in quanto diviene uno degli strumenti utili a perseguire la tutela della salute degli utenti e dei lavoratori delle piscine. Ma a loro avviso non è ancora risolutiva per colmare la carenza di adeguati requisiti igienico-sanitari e di sicurezza degli impianti natatori.
L’adozione delle leggi regionali e la predisposizione dei relativi regolamenti attuativi è un percorso legislativo avviato agli inizi degli anni 2000, ma che ancora oggi non ha trovato pieno compimento in tutte le Regioni.