Sono diverse le misure contenute nel Decreto Cura Italia che a vario titolo riguardano (o non riguardano) il comparto dei lavoratori domestici: una platea di quasi un milione di operatori (contando soltanto quelli in regola, ad esclusione, dunque, di quelli in nero).
Riportiamo, di seguito, i provvedimenti salienti, seguiti dal commento di Andrea Zini, vicepresidente di Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico.
Art. 22 (Nuove disposizione per la Cassa integrazione in deroga)
Art. 37 (Sospensione dei termini per il pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria per i lavoratori domestici)
«Non capiamo perché l’articolo 22 del Decreto Cura Italia escluda i lavoratori domestici dalla cassa in deroga, che sarebbe stato, invece, lo strumento migliore, almeno per proteggere gli 865mila lavoratori domestici regolari, secondo i dati Inps, sui 2 milioni censiti da Istat», lamenta Andrea Zini, vicepresidente di Assindatcolf.
«Per il resto – aggiunge Zini – sono numerose le novità contenute nel decreto e destinate a vario titolo al lavoro domestico. Tra queste, voucher da 600 euro per il pagamento della baby sitter, congedi parentali, slittamento dei contributi previdenziali dal 10 aprile al 10 giugno. E ancora, sì al premio da 100 euro previsto per i lavoratori dipendenti che continuano a svolgere la propria attività, e sì alla nuova indennità denominata “Reddito di Ultima Istanza” per chi ha cessato, ridotto o sospeso il lavoro».
«Ora che il Decreto è stato pubblicato in Gazzetta – dichiara il vice presidente Andrea Zini – attendiamo le indicazioni operative per capire come tecnicamente queste nuove misure si applicheranno al nostro comparto. Penso, per esempio, al Rui che potrà avere un effetto concreto solo se equivalente e alternativo in termini economici alla cassa integrazione in deroga da cui il comparto è stato escluso. E penso al premio da 100 euro, che per i domestici dovrà essere eventualmente recuperato in fase di dichiarazione dei redditi e non in busta paga, non essendo il datore di lavoro sostituto di imposta».
«Per questo motivo – prosegue Zini – chiediamo un confronto al Governo e ai ministri competenti, affinché tutte queste misure possano davvero rappresentare un sostegno anche per i lavoratori e le tante famiglie, oltre 2,5 milioni, che anche in queste settimane di emergenza stanno continuando ad affidarsi all’aiuto di colf, badanti e baby sitter».
«Tra le misure approvate dall’Esecutivo – conclude Zini – anche un’altra importante novità che riguarda il settore: se il domestico è chiamato ad osservare un periodo di quarantena o di isolamento fiduciario certificato, questo sarà equiparato alla malattia e a pagare, però, non sarà la famiglia come avviene in condizioni di normalità, ma lo Stato.
Se, invece, il domestico fosse contagiato nell’esercizio delle sue attività l’evento sarà trattato come infortunio, con tutte le tutele previste dall’Inail.
Quello che ancora manca, è un meccanismo strutturale, quale la totale deduzione del costo del lavoro, che sostenga il reddito delle famiglie e aiuti i lavoratori che, auspichiamo, potrà finalmente essere parte delle misure che il Governo metterà in campo per il rilancio dell’economia».