L’imposizione fiscale sulla casa. È questo, ovviamente, uno dei principali assilli per i proprietari immobiliari, ma anche per le associazioni che li rappresentano e – più o meno indirettamente – per quelle del real estate. Partiamo da queste ultime. Come sottolinea il presidente Fiaip, Paolo Righi, “L’Outlook semestrale dell’Ocse conferma per l’Italia incoraggianti stime di crescita, anche se aumentano a dismisura le tasse sul lavoro. Ora bisogna stimolare la crescita su obiettivi selezionati senza farsi intimorire, ancora una volta, da ricette jurassiche proposte dall’Ocse e dalla Commissione Ue, ed è necessario continuare ad abbattere il peso fiscale sull’immobiliare per consentire davvero al real estate nel suo complesso di diventare uno dei settori trainanti dell’economia”.
Secondo il numero uno di Fiaip, “Non bisogna allentare gli sforzi previsti dall’Esecutivo per le riforme fiscali. La maggior parte degli italiani ancora non crede al fatto che le tasse abbiano subito un taglio effettivo, né che lo subiranno, sebbene il Governo abbia cominciato a ridurre la pressione fiscale ed a ridare dinamicità alle compravendite. Per questo è necessario continuare a detassare l’immobiliare nella prossima legge di Stabilità, con misure in grado di rilanciare gli investimenti e affrontare a medio-lungo termine le fragilità del nostro sistema economico”. Poi, Righi chiama in causa Confedilizia: “Siamo stupefatti di come noi e Confedilizia da alcuni anni siamo le sole associazioni di categoria in Italia che si battono chiaramente contro le ricette evocate dai burocrati europei, affinché il nostro Paese non sposti la tassazione sul patrimonio immobiliare degli italiani e sul mattone. Fiaip ricorda che rispetto alla media dei paesi Ocse, che si ferma al 35,9%, il fisco italiano è arrivato ad essere del 13,1% più pesante, ed ora è si può rafforzare la credibilità del Paese solo con ricette innovative che favoriscano gli investimenti, la crescita e lo sviluppo economico a partire dall’immobiliare”.
Sulla stessa lunghezza d’onda proprio il presidente Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa: “Il Governatore della Banca d’Italia rileva come un’opera di ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente – di cui il nostro Paese ha assoluta necessità – avrebbe effetti importanti sull’occupazione e sull’attività economica. Noi ne siamo convinti da sempre, tanto che da tempo sottolineiamo come, a questo fine, l’unica strada sia cancellare il carico di tassazione patrimoniale che colpisce gli immobili. La gravosità del peso fiscale, infatti, è tale da non consentire alla proprietà diffusa non solo di operare quell’ammodernamento che il Governatore Visco auspica, ma – in molti casi – neppure di dare luogo alle più elementari misure di mantenimento del bene. Auspichiamo, in questo quadro, che la prossima legge di stabilità prosegua nell’azione, iniziata lo scorso anno ma ancora parziale, di correzione delle politiche fiscali sull’immobiliare che hanno caratterizzato gli anni precedenti”.