[A cura di: Daniele Barbieri – segretario generale Sunia]
“Dopo le indiscrezioni e le ripetute bozze, purtroppo nel testo
ufficiale della proposta di legge di stabilità 2016 c’è una conferma: il
Governo “rimuove” la questione delle scelte non differibili in materia di
sostegno e sviluppo per la casa in affitto. Tutto il dibattito, le concrete
proposte e le risorse impiegate si sono concentrati sulla questione della
proprietà della prima casa escludendo un comparto, quello dell’affitto, che
invece è centrale e decisivo per soddisfare il bisogno e le più pressanti domande
abitative.
Eppure l’agenda degli ultimi mesi aveva visto accumularsi su questo
tema molti nodi che una legge di stabilità deve sciogliere, in particolare su
certezze per proprietari e inquilini e programmazione degli interventi per
garantirne efficacia :
* il Fondo di sostegno all’affitto è attualmente rifinanziato soltanto
per gli anni 2014 e 2015;
* la cedolare secca ridotta al 10% per i contratti concordati che vale
solo fino al 2017;
* il fondo per la morosità incolpevole per cui non ci sono risorse
adeguate né regole capaci per assicurare una reale utilizzabilità degli
stanziamenti;
* la necessità di accelerare tutte le fasi per le operazioni di
recupero, manutenzione e messa a norma degli alloggi pubblici e soprattutto un
atteso segnale di inversione di tendenza che permetta di concentrare i
finanziamenti e stanziamenti, oggi
“spalmati” su un decennio, nell’arco di un anno e dare risposte alle famiglie in lista di attesa da anni;
* la centralità del tema della politica di contrasto all’evasione
fiscale ancora cospicua e diffusa nel settore della locazione, col vuoto
normativo determinato dalle due recenti sentenze della Corte Costituzionale in
materia e con la necessità, ancora una volta disattesa, di un diverso sistema
di deduzioni e detrazioni per l’inquilino.
In questo senso nel settore degli affitti la norma
sul nuovo tetto dei pagamenti in contanti assume un effetto ancor più paradossale di potenziale allargamento delle
“fasce” di evasione fiscale e di difficile controllo. Su questi temi che
riteniamo essenziali e qualificanti apriremo unitariamente con Sicet ed Uniat
il confronto con Parlamento e Governo affinché in sede di approvazione della
Legge siano date adeguate risposte”.