Il presidente di Confabitare, Alberto Zanni, torna a scrivere al premier Conte, per esplicitare le problematiche della proprietà immobiliare e della gestione condominiale in vista degli Stati Generali dell’Economia, di cui il primo ministro ha annunciato la prossima convocazione.
“Dobbiamo prepararci ad affrontare una crisi che investirà pesantemente tutto il comparto immobiliare. Pensare che non sarà così non è solo un’illusione, ma una follia”. Così esordisce Zanni, che aggiunge: “Infatti, se al momento, dal punto di vista sanitario, la riapertura sembra andare bene e si attende, con giusta cautela, quello che potrà succedere in autunno, la delicata situazione economica sembra preludere ad una ben più grave crisi che potrebbe manifestarsi subito dopo la fine dell’estate. E Confabitare è seriamente preoccupata di quella che potrà essere la ricaduta su tutto il comparto delle locazioni, sia quelle residenziali che quelle produttive e commerciali”.
“In quest’ottica – puntualizza il presidente di Confabitare – non è certo il credito d’imposta l’unica risposta che si può e si deve dare. È sicuramente uno strumento utile, ma non può essere la soluzione di tutti i mali del comparto. Dal piccolo negozio, alla bottega artigiana, per arrivare alle industrie passando per gli studi professionali, la crisi economica, già preoccupante prima dell’emergenza Covid-19, si preannuncia devastante per il mondo del lavoro, sia per le attività che chiuderanno, che per i lavoratori che verranno inevitabilmente licenziati. E non è certo con il blocco dei licenziamenti che si può pensare ad un rilancio del Paese e della produzione o del commercio. Appare facile comprendere come l’affitto sia, forse, uno dei primi problemi con i quali l’imprenditore o il professionista si trova ora e si troverà ancor di più nei prossimi mesi a dover fare i conti. Dalla sua soluzione, infatti, dipenderà in molti casi la prosecuzione e o meno delle attività. Per non parlare delle famiglie. La Cassa Integrazione, come le chiusure delle attività, è in continuo aumento. Quanti troveranno ancora il loro posto di lavoro a settembre? Quanti si ritroveranno – magari tra i 40 e i 50 anni – senza un lavoro e con scarse probabilità di trovarne uno nuovo? Come faranno a quel punto i lavoratori a mantenere le famiglie e a pagare l’affitto della casa in cui vivono?”.
Quindi Zanni aggiunge: “Non possiamo pensare di risolvere il problema a colpi di sentenze, ma nemmeno possiamo ignorare il rischio che, nei mesi autunnali ed invernali, gli sfratti per morosità potrebbero aumentare in modo esponenziale. Come la gestiamo una situazione simile? Di certo non la si risolve a colpi di rinvio degli sfratti, che se può essere utile ed accettata per l’emergenza, non può diventare la regola dei prossimi 2 anni. Sarebbe una grave lesione al diritto di proprietà, garantito dalla Costituzione, ma anche un brutto messaggio sul piano sociale. Vorrebbe dire che, purtroppo ancora una volta, la Politica ha voluto scaricare tutto sulle spalle dei locatori, cosa inaccettabile perché questo significa fare welfare a spese dei proprietari immobiliari. La proprietà immobiliare non può e non deve diventare né il bancomat del Paese, né l’ammortizzatore sociale sul quale scaricare il problema degli affitti”.
“Perché allora occorrerebbe aprire, cosa che Confabitare è disposta anche a fare, un dibattito serio, ma estremamente delicato, sul perché una patrimoniale di fatto “salverebbe” una parte del Paese dove l’accatastamento degli immobili appare un “optional”, penalizzando quella che, invece, è in regola con la legge ma, soprattutto, perché toglierebbe liquidità a quelle fasce di popolazione più colpite, aumentando tensione e rancore oltre ad incrementare la crisi dei consumi, dato che la mancanza di liquidità altro non farebbe che alimentare a sua volta il circolo vizioso della crisi economica nel suo insieme”.
“Allo stesso tempo – sottolinea ancora Zanni – si dovrebbe a quel punto affrontare il secondo problema, altrettanto serio e delicato, di come vengano realmente assegnati gli alloggi delle case popolari. Un comparto che dovrebbe fare welfare mentre, troppe volte, diventa il regno dell’abusivismo e del malcostume. Diventerebbe inevitabile, a quel punto, una riflessione a tutti i livelli su come vengano veramente gestiti gli interventi per il diritto alla casa. Fingere che non sia anche questo un problema potrebbe voler dire, in un possibile autunno caldo e delicato, gettare benzina sul fuoco del malumore e del rancore, con le conseguenze d’ordine pubblico facilmente immaginabili”.
“Confabitare – conclude Zanni – intende collaborare con il Governo per il rilancio del nostro Paese, e ci sembra doveroso evidenziare le tematiche sulle quali in questi mesi abbiamo concentrato i nostri interventi: