Tra i correttivi della legge di Bilancio che, a seguito della contestata decisione assunta dalla presidente del Senato Casellati, sono stati stralciati in dirittura d’arrivo dal testo poi varato nella serata di lunedì 16 dicembre a Palazzo Madama spicca anche il rinvio di un anno e mezzo (dal 1° luglio 2020 al 1° gennaio 2022) dell’abolizione del mercato tutelato di luce e gas.
Una decisione ritenuta incompatibile con i contenuti della Finanziaria e che, dunque, per vedere eventualmente la luce dovrà trovare altre strade istituzionali, peraltro, quanto mai auspicabili, dato che l’ipotesi di proroga aveva raccolto non soltanto le richieste delle associazioni dei consumatori, ma anche le perplessità espresse a Parlamento e Governo da Arera, la quale aveva segnalato la necessità di un accompagnamento graduale degli utenti verso il mercato libero “in considerazione dell’attuale configurazione dei mercati della vendita al dettaglio di energia elettrica e di gas naturale e della ancora limitata attitudine dei clienti a orientarsi tra le offerte presenti nel mercato libero”.
L’Authority per l’energia aveva evidenziato come, per il settore elettrico, il 56% dei clienti domestici e il 43% dei non domestici fosse ancora in regime di tutela nel 2018. E anche nel gas naturale, nello stesso anno, il servizio di tutela ha costituito la modalità di fornitura per il 50% dei clienti domestici e per il 43% dei condomini uso domestico.
Secondo Arera, “A limitare la piena concorrenzialità dei mercati energia e gas auspicata nella Legge Concorrenza (n.124/2017) sono l’alta concentrazione nei mercati, la scarsa propensione dei clienti a muoversi nel mercato e i vantaggi competitivi dei fornitori storici”.
Come affermato dal presidente di Arera, Stefano Besseghini: “I numeri sono lontani da quanto aveva ipotizzato il legislatore, e la quota di clienti fermi sul mercato tutelato è tutt’altro che residuale”.
Ma vediamo, nel dettaglio, i numeri del Monitoraggio 2018 effettuato da Arera.
Le dinamiche concorrenziali nel settore elettrico sono disomogenee tra le tipologie di clienti. Nel 2018 la crescita del numero dei venditori nel mercato libero non si arresta, raggiungendo il numero di 426, +35 unità rispetto al 2017.
Numerosi gruppi societari sono cresciuti anche a livello geografico, allargando la propria presenza sul territorio nazionale: quelli presenti su più della metà delle regioni italiane sono il 53%.
Per contro, la concentrazione a livello nazionale ha un andamento differenziato tra le varie tipologie di clienti. Per i clienti domestici la quota di mercato libero del primo operatore scende al di sotto della metà, 49,3%, in termini di energia fornita, il 50,4% in termini di punti serviti; mentre complessivamente i primi tre servono il 67,0% del mercato in termini di energia e il 68,3% in termini di clienti.
L’incremento del numero degli operatori è associato ad una frammentazione delle quote di mercato più che ad una loro crescita media, a testimonianza di una facilità di ingresso nel mercato, ma di una difficoltà ad acquisire quote di clienti.
Nel 2018 il 60,4% dei clienti domestici è passato al libero mercato, scegliendo il venditore collegato all’impresa di distribuzione. In totale nel 2018:
Gli elementi critici per la concorrenzialità del mercato della vendita ai clienti domestici (come i fenomeni di concentrazione, il vantaggio competitivo degli esercenti la maggior tutela, la presenza di barriere alla crescita e la minore dinamicità dei clienti) continuano a rimanere significativi, seppure con lievi segnali di miglioramento.
Anche nel settore del gas naturale aumenta il numero degli operatori attivi nel mercato libero, nel 2018 risultano 396, +9 nuovi gruppi in un anno.
A differenza di quanto accade nel settore elettrico, anche per il 2018 la concorrenza tra i venditori sembra avere luogo principalmente su una scala geografica regionale o sub regionale, non assumendo ancora connotazioni nazionali. Dal 2015 rimane infatti stabile il numero di operatori (23) con una presenza significativa in almeno 4 regioni. Inoltre, dal 2012 solo i due principali operatori hanno una presenza significativa in almeno metà del territorio nazionale.
La quota di clienti nel servizio di tutela rimane ancora rilevante, nonostante la quota di clienti sul libero sia cresciuta del +6% per i domestici, raggiungendo il 50% (e il 50,4% del gas fornito) e +5% per i clienti Condominio uso domestico.
Anche nel gas sono aumentati rispetto al 2017 i passaggi dei clienti domestici (cambio di fornitore e rinegoziazione), raggiungendo il valore massimo dal 2012, il 16,6%.
Come per il settore elettrico, i venditori storici presentano un certo vantaggio competitivo nell’aumentare le proprie quote di mercato sul libero. La loro presenza territoriale è molto rilevante e molti dei venditori storici, e in particolare il maggiore operatore a livello nazionale, servono la maggior parte dei propri clienti domestici ancora nel Servizio di tutela.
Nel Portale Offerte di Arera (www.ilportaleofferte.it) a dicembre 2018 per il settore elettrico erano visualizzabili 774 offerte per i clienti domestici e 705 per le PMI. Il 57% di tutte le offerte erano a prezzo fisso. Inoltre si segnala la forte diffusione delle PLACET (Prezzo Libero a Condizioni Equiparate di Tutela, che possono essere sia a prezzo fisso che variabile), pari al 64% delle offerte disponibili sul portale.
Per il settore del gas, risultavano visualizzabili 887 offerte commerciali per i domestici, 673 per i condomini uso domestico e 792 per i non domestici. Di queste il 52% era a prezzo fisso. Ugualmente diffuse anche nel gas le PLACET, pari all’89% del totale.
Sempre con riferimento al 2018, si conferma come i clienti domestici preferiscono in maniera preponderante offerte a prezzo fisso rispetto a quelle con prezzo variabile: per il settore elettrico l’85,9% dei nuovi contratti siglati dai clienti domestici consistevano in offerte a prezzo fisso (+2% rispetto al 2017); nel settore del gas, tale preferenza è leggermente meno frequente, ma comunque prevalente (70,4% nel 2018 con +1,8% rispetto al 2017). Inoltre, le offerte a prezzo fisso siglate dai clienti domestici prevedono per la maggior parte anche servizi aggiuntivi o altri elementi di differenziazione (l’87,9% nel settore elettrico e il 55,0% in quello del gas). Le offerte PLACET risultano ancora poco conosciute e scelte.
Nel mercato libero si registrano opportunità di risparmio sia per le offerte a prezzo variabile che fisso: a maggio 2018, tra le prime offerte PLACET nel Portale Offerte, ad esempio si registravano nel settore elettrico possibili risparmi per le offerte variabili del 3,0% per i domestici e 0,9% per i non domestici, che per quelle a prezzo fisso erano del -7,0% per i domestici -9,7% per i non domestici.
Ulteriori possibilità di risparmio sono confermate dalla convenienza delle offerte on-line rispetto a quelle sottoscrivibili attraverso altri canali, ma a fronte di questa convenienza sono solo il 3,4% dei clienti del settore elettrico a sottoscriverle e il 2,6% per il settore del gas.
Nonostante la disponibilità di offerte più convenienti della maggior tutela nel 2018, i clienti domestici che hanno scelto un contratto nel mercato libero hanno pagato costi mediamente più elevati, in considerazione della scelta di offerte che spesso includono servizi aggiuntivi, elementi di differenziazione commerciale e differenti strutture di prezzo. Dall’indagine sembra quindi emergere una scarsa consapevolezza sulle possibilità di risparmio delle offerte. La differenza tra i costi di approvvigionamento pagati dai domestici sul libero e quelli in maggior tutela va tuttavia riducendosi negli ultimi anni. Diversamente le PMI sul mercato libero hanno mediamente pagato un costo di approvvigionamento più basso di quello della maggior tutela.
Per i prezzi dell’energia elettrica si segnala infine che nonostante rimanga quindi costante un certo differenziale tra i prezzi mediamente pagati dai clienti delle varie tipologie (libero/Tutela, domestici/non domestici), il loro andamento sembra essersi allineato a partire dal 2016.
La reclamosità (il rapporto tra numero reclami e clienti serviti) nel settore elettrico è diminuita per tutte le tipologie di clienti rispetto al 2017, con un totale di circa 165.200 reclami (su 29,5 milioni di clienti).
Le rettifiche di fatturazione e di doppia fatturazione si riducono ulteriormente raggiungendo il minimo dal 2012, meno di 13.200 per il mercato libero e circa 3.100 nella maggior tutela.
Per quanto riguarda i contratti contestati nell’elettrico nel 2018 sono stati rilevati 2.529 casi di reclamo (1.680 clienti domestici e 849 PMI), pari allo 0,07% dei contratti conclusi nello stesso periodo (in diminuzione rispetto al passato).
Nel settore gas l’indice di reclamosità dei clienti nel mercato libero è stabile dal 2016 all’1,3%. Anche il fenomeno dei contratti contestati sembra esiguo. Nel 2018, ha interessato lo 0,06% dei contratti conclusi (contro lo 0,1% del 2017), con 831 casi su quasi 1.365.000 contratti.
Le richieste di sospensione del servizio per morosità hanno un andamento disomogeneo tra le varie tipologie di cliente e tra mercato libero e servizi di tutela, oltre che una disomogenea distribuzione nelle varie regioni d’Italia. Ad esempio, nel settore elettrico, le richieste di sospensione effettive rispetto al numero di punti serviti, per la Maggior tutela variano dal 2,7% del Nord, al 4,3% del Centro, al 6,2% del Sud. Per il Mercato libero le percentuali sono rispettivamente del 4,2% al Nord, 6,3% al Centro e del 10% al Sud.
Per quanto riguarda i soli domestici, la media nazionale delle richieste di sospensione per la maggior tutela è del 3,5%, con forti variazioni che vanno, ad esempio, dal 6,5% della Campania, al 4,3% del Lazio, al 2% del Veneto e all’1,2% della Valle d’Aosta. Per i domestici del mercato libero la media nazionale è del 5,8%, con variazioni che, ad esempio, vanno dal 11,2% della Campania, al 10,5% della Sicilia, al 5,9% della Toscana, al 4,3% del Piemonte, al 2,1% della Valle d’Aosta.
Come linee di tendenza, per il settore elettrico le richieste di sospensione si riducono per i clienti domestici e per le PMI nel mercato libero. Aumentano invece per le PMI nella maggior tutela e per grandi imprese nel mercato libero.
Anche nel settore del gas naturale le richieste di sospensione per morosità sono più frequenti per i clienti non domestici che per i clienti domestici. Le richieste di sospensione comunque risultano in media più basse che nel settore elettrico. Ad esempio, per i domestici sono l’1,5% per il servizio di tutela e il 4,5% nel Mercato libero. Viene poi confermata la difficoltà nell’eseguire la sospensione per le peculiarità del settore, tra cui l’ancora diffusa presenza di misuratori non telegestiti e la loro scarsa accessibilità.