L’Unione Europea, con la direttiva “case green”, vuole ridurre entro il 2030 le emissioni di gas tossici del 55% rispetto al 1990 e raggiungere lo zero emissioni entro il 2050.
Questi obiettivi, che sulla carta sembrerebbero legittimi e di buon senso, nella realtà prevedono la riqualificazione del parco immobiliare europeo ed il suo miglioramento dell’efficienza energetica, senza tenere in alcun conto i reali bisogni dei cittadini che dovranno affrontare costi e sacrifici non sempre sostenibili.
Nella realtà questa norma capestro va a colpire principalmente l’Italia che si ritrova ad essere l’unica Nazione europea ad avere una proprietà immobiliare diffusa e capillare tra i singoli cittadini, e la quasi totale assenza di grandi Gruppi Immobiliari in grado di catalizzare a loro piacimento il mercato immobiliare.
Questo provvedimento ha l’obiettivo di agire sugli edifici più energivori (collocati nelle classi energetiche E, F e G) di ogni Stato membro, senza tenere in alcun conto che c’è una certa differenza tra una abitazione con certificato APE classe G ubicata in Finlandia o Polonia, che assorbe un consumo energetico notevole visto il clima di queste Nazioni, rispetto ad una abitazione Classe G ubicata in Italia e meglio ancora in Sicilia, dove i consumi energetici sono irrisori rispetto alle abitazioni del nord Europa.
In Italia si tratta di agire su circa 2,8 milioni di edifici residenziali, sul totale di 12 milioni di abitazioni.
Questa azione metterà in ginocchio l’intero comparto del mercato immobiliare, visto che chi non vorrà o meglio non potrà adeguarsi alle nuove assurde regole Europee non potrà vedere e ne affittare la sua proprietà, condizione questa che darà il via ad una vergognosa bolla speculativa del mercato immobiliare italiano.
Fino al 12 Ottobre 2023 il Governo Europeo ha tentato di raggiungere l’accordo per imporre questa vera e propria aggressione al patrimonio immobiliare degli italiani.
Italiani che ancora debbono riprendersi dagli ultimi strascichi di quel cancerogeno Bonus 110% che ha fatto fallire diverse imprese edili, ha rovinato tantissimi proprietari immobiliari, ma ha arricchito le grandi imprese nazionali ed i grandi truffatori, che, come sempre, quando sentono odore di soldi si tuffano a “babbo morto” sull’affare.
Fortunatamente l’incontro del 12 Ottobre 2023 non ha sortito i risultati sperati dalla Nomenclatura europea ed i Cittadini italiani, inquilini e proprietari, possono tirare un respiro di sollievo.
Chiaramente questa debacle europea sulle “Case Green”, ottenuta grazie al buon senso ed alla caparbietà di parecchi deputati europei, con in prima linea quelli del centrodestra italiano, non è la vittoria definitiva del buon senso, ma solo la vittoria di una battaglia che rimanda lo scontro finale a Dicembre 2023 per come deliberato in quella riunione.
Ma il prossimo anno il Parlamento Europeo entrerà in campagna elettorale per il suo rinnovo e quindi sarà sostanzialmente in scioglimento, limitandone parecchio le prerogative.
Questo, considerando le espressioni di voto europeo che attualmente circolano tra i vari sondaggisti, ci fa ben sperare che il prossimo Parlamento Europeo sarà composto da una maggioranza di centrodestra che accantonerà questa Direttiva che vuole affermare a tutti i costi l’ambientalismo ideologico a spese delle famiglie, affossando definitivamente un provvedimento che potrebbe portare solo perdite di consenso, visto che andrà a toccare il portafoglio delle famiglie già stremate da crisi, inflazione e guerre varie, che stanno bruciando il mondo e le nostre Società Civili per come i nostri padri erano riusciti a realizzare.
Tiriamo tutti un sospiro di sollievo per aver superato questo attacco ideologico al diritto alla Casa che ogni cittadino ha il diritto di avere.
Il Presidente FIMAA Palermo Angelo Virga, Il Segretario Regionale ANIA Andrea Monteleone, Il Presidente regionale CASA MIA Gaetano Bonura