Aumentano i prestiti personali, ma calano quelli finalizzati, aventi ad oggetto, tra le altre cose, l’acquisto di mobili ed elettrodomestici. È quanto emerge dall’analisi delle interrogazioni registrate ad ottobre sul Sistema di informazioni creditizie di Crif, che, dopo 8 mesi di crescita ininterrotta, riporta un segno negativo generale, pari a -2,5% nel confronto con lo stesso mese del 2016.
Su tale tendenza incidono, appunto, due tendenze contrapposte: da un lato i prestiti personali continuano la costante performance positiva, registrando un +2,8%; dall’altro i prestiti finalizzati fanno segnare un -6,3%, nonostante la crescita dei finanziamenti richiesti per sostenere l’acquisto di un’auto (+8,7%) registrata nell’ultimo mese di osservazione.
La performance rilevata ad ottobre 2017 riporta quasi in pareggio la variazione complessiva nei primi 10 mesi dell’anno in corso rispetto al corrispondente periodo del 2010. I segni positivi a doppia cifra nel confronto con gli anni precedenti mostrano inoltre come il comparto prestiti si sia irrobustito fortemente nell’ultimo periodo.
Entrando maggiormente nel dettaglio, l’analisi del Barometro Crif mette a confronto l’andamento disaggregato tra prestiti finalizzati e prestiti personali, prendendo in considerazione i dati ponderati sui giorni lavorativi. In tale contesto, il calo dei prestiti finalizzati è ascrivibile principalmente a progetti di acquisto di beni di valore più contenuto, tant’è che l’importo medio richiesto risulta in crescita. La componente dei prestiti personali, invece, si conferma in territorio positivo (+2,8%) con una performance che risulta in linea anche con il trend dell’intero anno in corso.
Nel mese di ottobre 2017 prosegue la crescita dell’importo medio dei prestiti richiesti, che nell’aggregato di prestiti personali più finalizzati si è portato a 9.283 euro (+11,1% rispetto allo stesso mese del 2016), avvicinandosi al record degli ultimi 6 anni registrato nel mese di febbraio 2017, quando si era attestato a 9.361 euro.
Nel dettaglio relativo ai prestiti finalizzati, ad ottobre l’importo medio richiesto è stato pari a 6.358 euro, segnando una crescita del +19,5% rispetto all’ottobre 2016. Questo dato è probabilmente dovuto alla maggiore incidenza dei prestiti finalizzati auto, che per loro natura hanno importi superiori alle altre tipologie di beni finanziati. Anche i prestiti personali, comunque, registrano un incremento dell’importo medio richiesto, seppur molto più contenuto (+3,2%), che si attesta a 13.075 euro.
Relativamente alla distribuzione delle richieste per fascia di importo, il dato cumulato a ottobre registra uno spostamento verso l’alto dei prestiti finalizzati con un conseguente, seppur lieve, impatto anche sulla distribuzione complessiva (-2,6 punti percentuali per le fasce inferiori a 10.000 euro rispetto ai primi 10 mesi del 2016).
Le preferenze degli italiani continuano, comunque, ad avere una concentrazione prevalente nella classe inferiore ai 5.000 euro, con una quota del 45,9% del totale, in virtù del peso dei finanziamenti a supporto dell’acquisto di beni e servizi di importo più contenuto.
Approfondendo l’analisi per tipologia di finanziamento, i prestiti finalizzati concentrano addirittura il 62,3% delle richieste nella fascia al di sotto dei 5.000 euro, anche se si registra un aumento di +3,2 punti percentuali nelle fasce di importo superiore ai 10.000 euro. Le interrogazioni relative ai prestiti personali, invece, risultano maggiormente uniformi sulle classi fino a 20.000 euro (26,1% nella prima classe, 26,9% in quella tra 5.001 e 10.000 euro, 28,4% in quella tra 10.001 e 20.000 euro). L’ultima rilevazione pone, però, l’attenzione sulle classi tra 20.000 e 75.000 euro, che risulta in crescita di +1,7 punti percentuali rispetto al 2016.
L’analisi della distribuzione delle richieste di prestiti per durata conferma che nei primi 10 mesi del 2017 la classe superiore ai 5 anni è quella in cui si concentrano le preferenze degli italiani, con una quota pari al 24,9% del totale (+1,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2016). Al contrario, si evidenzia una nuova contrazione dell’incidenza della classe di durata inferiore ai 12 mesi, che passa dal 18,4% al 16,5% del totale, in continuo calo nelle ultime rilevazioni.