[A cura di: Assoedilizia]
La Fondazione Welfare Ambrosiano ha presentato l’attività della nuova Agenzia Sociale per la Locazione con il direttore generale Romano Guerinoni e la project manager Rosa Cioffi. Hanno partecipato il sottosegretario regionale ai rapporti con la Città Metropolitana, Giulio Gallera, e l’assessore comunale alla Casa Daniela Benelli.
Compito dell’Agenzia è favorire l’incontro tra inquilini con fasce di reddito intermedio esclusi dall’assegnazione delle case popolari, ma con difficoltà a ricorrere al libero mercato, e proprietari di alloggi nel comune di Milano disposti a darli in locazione a canone concordato: che è sì un po’ inferiore a quello di mercato, ma che offre in cambio alcuni incentivi economico-fiscali e garanzie. Gli incentivi economici offerti ammontano a circa 7 milioni di euro stanziati da Comune, Regione e Stato: un fondo “salva sfratti”, un fondo di garanzia per coprire eventuali future morosità incolpevoli fino a 18 mensilità, un contributo a fondo perduto da 1.200 a 2mila euro e la possibilità per gli inquilini di chiedere un prestito per le spese legate alla locazione.
Questo in sintesi. Ma bisogna rivolgersi all’Agenzia per i particolari. Al progetto può iscriversi chi cerca casa, ma anche gli inquilini morosi e sotto sfratto, e le persone in lista per una casa popolare. Le condizioni per accedere al piano sono di avere un Isee non oltre i 26mila euro e un Ise non oltre i 35mila, la residenza a Milano da almeno un anno, essere cittadini italiani o con regolare permesso di soggiorno, e svolgere una regolare attività lavorativa o essere titolari di una pensione.
“A Milano sono circa 100mila le famiglie in affitto privato su un totale di 160.000 (60.000 sono inquilini di edilizia residenziale pubblica) – spiegano Romano Guerinoni e Rosa Ciuffi -. Il piano non risolverà da solo la questione sociale, ma può aiutare a dare risposte. È un progetto sperimentale già in atto con formule diverse in altre città, ma per la prima volta in una metropoli”.
Come puntualizza l’assessore Daniela Benelli, “operiamo su tre direttrici: una nuova politica di edilizia residenziale pubblica; l’housing sociale, che resta però una soluzione di nicchia; l’accordo con il mercato privato offrendo il canale dell’affitto calmierato, secondo l’accordo proprietari-inquilini siglato il 24 giugno scorso. Il governo ha fornito fondi di sostegno, ma nell’ottica di un provvedimento temporaneo, invece il problema ha scadenze lunghe. Quanto intrapreso rappresenta una fase sperimentale che verrà ripensata secondo i risultati”.
Infine, per Giulio Gallera “il progetto, al quale la Regione ha contribuito con 3 milioni e 800mila euro, serve a evitare che il ceto medio si trovi in condizione di avere bisogno di una casa pubblica. Molto dipende dalla collaborazione dei proprietari privati”.
Secondo le simulazioni dell’agenzia, un immobile di 60 metri in zona 9 a libero mercato avrebbe un affitto annuo di 4.832 euro contro i 3.989 di un canone concordato: soluzione che però offre ai proprietari la possibilità di recuperare quasi tutta la differenza attraverso i vantaggi fiscali di Imu, cedolare secca e il contributo a fondo perduto.
Commenta Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia: “Siamo pienamente disponibili ad andare incontro alle esigenze abitative dei ceti intermedi con vantaggi per tutte le parti. Ci auguriamo che questo complesso ed articolato sistema di misure possa conseguire un riequilibrio tra domanda ed offerta, tale da permettere una maggiore risposta al bisogno abitativo dei ceti intermedi e nel contempo un assorbimento della disponibilità di alloggi in carico alla proprietà”.