Quanta energia sprechiamo con le nostre scelte di abbigliamento? Siamo consumatori virtuosi e consapevoli, o Energy Waster, spreconi di energia? E quali azioni concrete possono rendere più sostenibile il nostro guardaroba? Una possibile risposta arriva dal Fashion SprecoTest, iniziativa lanciata dall’ENEA in occasione della Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili “M’illumino di Meno”, promossa dal programma Caterpillar di Rai Radio2, quest’anno dedicata agli sprechi nella moda.
“Con il Fashion SprecoTest è possibile scoprire quanta energia ‘consumiamo’ nel nostro guardaroba, ma anche come migliorare le nostre abitudini nell’abbigliamento con un decalogo”, spiega Antonio Disi, responsabile del Laboratorio Strumenti per la Promozione dell’Efficienza Energetica ENEA. “La fast fashion, cioè la moda veloce – aggiunge – non comporta solo un grosso consumo di risorse in generale, ma anche un enorme spreco di energia. Infatti, ogni capo di abbigliamento ha un costo energetico nascosto: dalla produzione al trasporto, fino ai cicli di lavaggio e asciugatura. Per questo il settore della moda consuma oltre il 10% dell’energia industriale globale, con un forte impatto sulle emissioni di gas serra”.
Il Fashion SprecoTest messo a punto dall’ENEA consiste in una decina di domande a risposta multipla: si va dal numero di vestiti che non usiamo da oltre un anno al grado di consapevolezza sull’energia utilizzata per produrre alcuni capi di abbigliamento; dalla frequenza con la quale laviamo i nostri jeans al nostro comportamento quando un abito si rovina. I risultati ci diranno se il nostro profilo di consumatori di moda corrisponda a quello del Green Shopper, il consumatore consapevole, o dell’Energy Waster, lo sprecone energetico.
Per migliorare le abitudini in fatto di moda e diminuire i consumi energetici senza rinunciare a vestirci in base ai gusti, il decalogo proposto da ENEA contiene alcune semplici azioni quotidiane, a cominciare dalla scelta di capi di qualità invece di quelli usa e getta. E poi, ridurre i consumi legati al guardaroba, è possibile anche abituandosi a lavare a mano e a basse temperature, riparare piuttosto che buttare, allungare il ciclo di vita dei vestiti, scegliere capi prodotti in modo sostenibile, dare una seconda vita agli abiti dismessi.
“Per ridurre l’impatto della fast fashion, è essenziale ottimizzare i consumi lungo l’intera filiera e promuovere scelte più consapevoli tra i consumatori”, continua Disi. “Comprare meno, scegliere capi di qualità, lavare a basse temperature e adottare la moda circolare sono azioni concrete per ridurre lo spreco energetico. ENEA è impegnata su entrambi i fronti: supporta le aziende nella riduzione dei consumi e sviluppa strumenti per informare e sensibilizzare i cittadini. Con iniziative come il Fashion SprecoTest vogliamo far capire quanto sia importante capire l’impatto del proprio guardaroba e fare scelte più sostenibili. Unire moda e responsabilità ambientale è la sfida che dobbiamo affrontare oggi”, conclude Disi.
Per iniziare il Fashion SprecoTest: sondaggi.enea.it/sprecotest
Comunicato stampa