È stato firmato lo scorso 15 gennaio il nuovo accordo territoriale che regolerà i contratti di affitto a canone concordato nel Comune di Modena. Sottoscritto dai sindacati degli inquilini Sunia (Cgil), Sicet (Cisl), Uniat (Uil) e da Asppi (Associazione che tutela la piccola e media proprietà immobiliare) il documento va a sostituire il precedente che risaliva al 2008, ed è volto a stabilire canoni mensili più coerenti con l’attuale situazione immobiliare, semplificando e aggiornando i parametri che portano alla definizione dei contratti.
LE NOVITÀ
La principale novità introdotta dall’accordo è la riduzione delle zone in cui viene suddiviso il Comune di Modena: dalle precedenti cinque aree si passa a quattro zone Omi, secondo i criteri stabiliti dell’Agenzia del territorio. Le nuove aree in cui risulta suddiviso il territorio divengono: Centro, Semicentro, Periferia e zona Suburbana e Rurale. Questa nuova suddivisione si unisce alla rimodulazione delle fasce di oscillazione del canone mensile, che unificano i minimi e riducono i massimi di una percentuale che varia fra il 2 il 10% (concretamente, per una casa di medie dimensioni, la riduzione si attesta fra i 10 a i 68 euro mensili). La modifica si è resa necessaria per recepire l’attuale valore di mercato degli immobili, in contrazione a causa del perdurare della difficile congiuntura economica.
Ma non è tutto. Viene infatti superato anche il vecchio criterio delle aree di minore o maggiore pregio, con la sola eccezione delle attuali vie del Centro storico di grande prestigio, che vengono valorizzate mantenendo una maggiorazione del 6%. Il nuovo accordo territoriale aggiorna infine i parametri per la determinazione del canone: è stato tolto il criterio del riscaldamento, oggi di fatto presente praticamente tutte le abitazioni, e aggiunto un ulteriore parametro relativo alla sicurezza (allarme interno e inferriate), ritenuto un tema di particolare importanza, cercando anche di semplificare la descrizione dei parametri stessi.
GLI ESEMPI
A titolo di esempio, in base ai nuovi accordi territoriali, per un appartamento alla periferia di Modena di dimensioni comprese fra 50 e 70 mq, il nuovo contratto a canone concordato prevede:
* fascia minima: canone tra 400 e 430 euro al mese;
* fascia media: canone tra 437 e 487 euro al mese;
* fascia alta: canone tra 487 euro e 543 euro al mese.
GLI EFFETTI
Asppi e i sindacati degli inquilini sottolineano l’importanza strategica del nuovo accordo. I canoni concordati, infatti, sono ritenuti fondamentali per calmierare il mercato della locazione: da un lato permettono a molte famiglie di usufruire di un affitto a costi sostenibili e adeguati al proprio reddito, e dall’altro prevedono una fiscalità agevolata per i proprietari (cedolare secca al 10%, riduzione dell’Imu del 25% e una detrazione fiscale più elevata, sia per i proprietari che per gli inquilini).
Sunia, Sicet E Uniat, insieme ad Asppi, commentano favorevolmente il risultato raggiunto e chiedono congiuntamente alle Amministrazioni pubbliche di continuare seguendo la strada intrapresa, mettendo in campo tutti gli strumenti di loro competenza sul fronte abitativo: “Sostenere l’edilizia residenziale pubblica aumentando il numero degli alloggi a disposizione, migliorare le manutenzioni, ripristinare in forma permanente con risorse adeguate il fondo sociale per l’affitto, promuovere politiche di prevenzione agli sfratti per morosità incolpevole, aumentare il numero degli alloggi destinati dell’Agenzia Casa, sostenere interventi di aiuto alle famiglie più fragili, aggiornare le politiche dei Peep e ridurre il carico fiscale (Imu) sugli immobili. La firma del documento rimarca come attraverso il dialogo tra i sindacati degli inquilini e le associazioni della proprietà immobiliare sia possibile giungere a risposte concrete sulle problematica della casa”.
L’accordo, valido per il comune di Modena, farà da apripista anche per gli accordi territoriali che verranno discussi e sottoscritti nei prossimi mesi per il resto della Provincia.