[A cura di: dott. Vincenzo Vecchio – resp. Centro Studi APPC]
Il 22 gennaio 2015 il Ministro per le Infrastrutture ha firmato il decreto di riparto tra le regioni dei 100 milioni di finanziamenti previsti per il 2015 costituenti fondo per la morosità. La funzione del fondo è quella di evitare lo sfratto per morosità permettendo, al verificarsi di certe condizioni, all’inquilino in difficoltà di far fronte alle richiesta di adempimento da parte del locatore.
Lo stanziamento delle risorse, pur non elevato rispetto alle esigenze dei conduttori in difficoltà, ridurrà sicuramente le situazioni di grave disagio sociale che derivano dall’emergenza casa. Una emergenza caratterizzata non tanto dalla scarsa disponibilità di alloggi, ma dalla mancanza di risorse economiche da parte degli inquilini colpiti dalla gravissima crisi economica in atto.
Ad aggravare l’emergenza casa è inoltre l’aumento elevatissimo, con punte espropriative, della imposizione fiscale sugli immobili, sia di carattere locale che centrale.
È stato inoltre pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20/01/15 il decreto che consente la distribuzione, tra le Regioni, della seconda tranche (15,73 milioni di euro) relativa al 2014 dei fondi in aggiunta ai 20 milioni già ripartiti e relativi allo stesso anno. Va osservato che ottengono maggiori risorse le regioni che già hanno attivato misure di sostegno alle famiglie sfrattate.
Il fondo per la morosità incolpevole è stato istituito con il decreto legge 102/2013 (comma 5, articolo 6), opera solo nei Comuni ad alta tensione abitativa, e prevedeva una dotazione originaria di 20 milioni per il 2014 e una cifra analoga per il 2015. Tale fondo è stato incrementato successivamente (Piano Casa del Governo 28 marzo 2014 n.47, convertito in legge il 20 maggio 2014) di 12,73 milioni per il 2015 (ora il fondo è pari quindi a 32,73 milioni) e sono previsti nuovi stanziamenti tra il 2016 e il 2020 per un ammontare totale di 190 milioni di euro.
La funzione del fondo è quella di aiutare gli inquilini che non sono più in grado di pagare il canone a causa della perdita o della riduzione del reddito dovuta a:
* Licenziamento o riduzione dell’orario di lavoro;
* messa in cassa integrazione;
* mancato rinnovo di contratti di lavoro a termine;
* cessazione, per causa di forza maggiore, di attività lavorativa autonoma;
* infortunio o decesso di un componente della famiglia che concorreva al reddito del nucleo.
L’obiettivo è quello di ridurre il numero di sfratti nei casi in cui l’inquilino sia diventato moroso non per volontà propria, quindi si ha diritto di accedere al fondo solo se la inadempienza dipende da cause imprevedibili, oggettive e non imputabili al soggetto in difficoltà economica.
Il decreto del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti del 14 maggio 2014 ha fissato anche i criteri di massima per l’erogazione dei contributi del fondo indicando il quadro entro il quale, Regioni e Comuni, devono assumere le decisioni in merito alla erogazione. I fondi economici disponibili vengono assegnati dalle Regioni ai Comuni che sono incaricati della gestione operativa delle risorse. I comuni sono quindi il soggetto a cui l’inquilino moroso dovrà rivolgersi per ottenere l’erogazione del contributo.
I Comuni possono impiegare fino a 8 mila euro per la famiglia per evitare l’esecuzione degli sfratti, per il quali ci sia stata citazione per la convalida. La normativa prevede che per l’erogazione del contributo si verifichino le seguenti condizioni:
1) il proprietario dell’abitazione sia disponibile a differire l’esecuzione dello sfratto o, meglio, a stipulare un nuovo contratto di locazione a canone concordato;
2) Il reddito ai fini Ise (indicatore situazione economica) non deve superare i 35 mila euro oppure la famiglia del conduttore deve disporre di un Isee (Ise corretto con dimensione familiare) entro i 26 mila euro;
3) Lo sfratto deve riguardare abitazione che non siano di lusso o classificate come ville e palazzi storici.
Il contributo, oltre che per il pagamento del canone può essere utilizzato per il versamento del deposito cauzionale.
In aggiunta a quanto sopra indicato, la Conferenza Stato-Regioni, nella seduta dello scorso 21 gennaio, ha dato il via libera al riparto dei 100 milioni di euro stanziati a questo fine per il 2015. Tali risorse saranno distribuiti ai Comuni a favore degli inquilini per il pagamento dei canoni di locazione nei casi in cui il canone contrattuale assorba più del 14 o del 24% del reddito del conduttore (la percentuale dipende dal livello del reddito).