Arriveranno nuovi rialzi sui tassi dei mutui casa. La scelta della Bce di aumentare di 0,75 punti il costo del denaro, nella riunione di settembre, non si è infatti ancora riverberata sui tassi applicati ai nuovi finanziamenti. Ad agosto, complice anche il periodo di bassa attività, sono rimasti stabili al 2,13% (un numero che è la sintesi dei fissi e dei variabili) come si legge nel bollettino mensile dell’Abi. Si tratta sempre del livello di cinque anni fa, visto che il mercato aveva anticipato, nella prima parte del 2022, le mosse delle banche centrali. La Bce aveva poi rialzato i tassi a luglio dopo undici anni proseguendo poi con il maxi aumento a settembre.
Un andamento che continuerà quindi in crescita, anche perché Francoforte ha segnalato nuovi aumenti da qui alla primavera per cercare di fare fronte a un’inflazione dell’area euro persistente e in alcuni paesi senza controllo. “Sui tassi per i mutui siamo sempre su livelli storicamente bassi”, ha affermato nella call di presentazione del rapporto il vice dg dell’Abi, Gianfranco Torriero, secondo cui bisognerà appunto attendere i dati di settembre e ottobre per vedere cambiamenti.
Per Torriero, comunque, grazie all’aggancio del nostro Paese all’euro “non torneremo a vedere” i livelli dei tassi a due cifre come ai tempi della lira. Si vedrà poi che impatto avrà anche sulla domanda da parte delle famiglie che in questi anni, in Italia, è stata piuttosto sostenuta e ha rappresentato uno dei principali fattori di crescita degli impieghi.
I rialzi dei tassi interesseranno ovviamente anche i prestiti alle imprese. Ma il costo del denaro è relativo rispetto all’impatto sui conti del caro energia e al rischio di recessione per il prossimo anno. Per il momento i flussi di crediti deteriorati delle banche non sono in grande aumento e le sofferenze ad agosto registrano 16,8 miliardi, in lieve crescita.
Le banche italiane, negli anni scorsi sotto accusa per il problema degli Npl, hanno ridotto grandemente gli stock e imparato a gestire meglio i flussi e dovrebbero poter fare fronte al loro aumento nei prossimi mesi.
I tassi non più a zero sono un aiuto non da poco per i ricavi delle banche dopo anni di margini risicatissimi. Come già nei giorni scorsi ha detto la Bce (e la Bri di Basilea), anche gli analisti di S&P Global Ratings ritengono che i ricavi operativi ne beneficeranno. Se il settore dovrà fare fronte a un ambiente economico più difficile e a crisi delle imprese e famiglie tuttavia, sottolineano diverse fonti del comparto, la situazione patrimoniale attuale e maggiori entrate dovrebbero permettere di affrontare i prossimi mesi con relativa tranquillità. Una maggiore cautela negli accantonamenti e nella distribuzione dei dividendi darà un ulteriore sostegno.
Fonte: Agenzia Ansa