Perché e a che cosa serve un gioco in condominio?
Il mercato immobiliare vale un quinto dell’intero PIL italiano; ci sono 7,9 milioni di immobili in italia, di cui il 70% è costituito da condomini e 45 milioni di italiani (ovvero 3 su 4) vivono in condominio (Fonti ISTAT_ANACI).
Malgrado questi dati, il condominio non viene mai preso sul serio, il condominio non è mai un argomento “nobile” e quella dell’amministratore non è mai considerata professione di valore, perché non ha tradizione accademica degna di considerazione alla pari di quelle ordinistiche. Non si è mai messo mano seriamente ad una riforma moderna che rispecchi le esigenze attuali, e la categoria degli amministratori non ha mai saputo organizzarsi e fare fronte comune e compatto per farsi sentire veramente, nell’interesse di tutto il comparto immobiliare.
Paradossalmente la categoria, pur ricercando spasmodicamente visibilità e riscatto sociale, continua a rimanere isolata. Tutti gli sforzi per l’evoluzione, in termini di formazione, di approfondimenti giuridici, fiscali, contabili, comunicativi e relazionali, hanno la caratteristica di rimanere all’interno del mondo degli addetti ai lavori, all’interno di eventi dedicati, di convegni ad hoc, di stampa specializzata: i condòmini-clienti finali e la società non hanno la minima idea della complessità del lavoro dell’amministratore, di cosa comporta la gestione efficace di uno stabile, delle gravose responsabilità civili e penali che lo investono, dell’organizzazione di uno studio moderno in grado di affrontare ogni situazione in maniera efficace, tempestiva e con un buon rapporto qualità-prezzo.
Il problema è essenzialmente culturale e si sostanzia nel gap esistente tra la considerazione che ha di se stessa la categoria a fronte della percezione oggettiva, qualitativamente inferiore, che invece ha l’utenza finale. Qualcosa non quadra e sicuramente deriva da un’errata comunicazione: domanda ed offerta non sono allineate, esistono aspettative differenti, discordanti e la sensazione è che non si parli lo stesso linguaggio. La miopia con cui si affronta questo tema fondamentale è sconcertante, perché se ognuno cerca, spasmodicamente, di elevarsi ad un livello più alto, pochissimi sono in grado di generare risultati di rilievo, con la conseguenza che come categoria non siamo capaci di lasciare un’impressione positiva nella società.
Sono anni che mi interrogo su quanto finora fatto ed ho pensato che, forse, occorrerebbe trasmettere nozioni e cultura in modo diverso, comunicare in modo diverso, che unisca magari l’utile al dilettevole e quindi cosa meglio di un gioco, un vero gioco?
“Palazzo da legare” è infatti prima di tutto un gioco che può essere giocato da chiunque, a prescindere dal fatto di conoscere o meno il condominio e di avere a che fare o meno con il condominio.
Se volete semplicemente passare due ore divertenti in compagnia e cimentarvi in situazioni buffe, esagerate e superare sfide impossibili con un sorriso, ma anche tanta strategia, allora “Palazzo da legare” fa per voi! Se volete per una sera lasciare Netflix, il cellulare, L’Isola dei Famosi, Temptation Island, il Grande Fratello e passare finalmente una serata ‘sdivanati’, comunicando tra amici, nutrendo le relazioni, “Palazzo da Legare” fa per voi! Oltre a questo però, ovviamente, c’è di più. Il più però viene suggerito sottovoce.
“Palazzo da legare” punta a fare riflettere e ha come obiettivo quello di rendere consapevoli, in maniera leggera e divertente, dell’importanza del settore e delle figure protagoniste del condominio, nonché dell’importanza di sapere scegliere un amministratore autorevole e preparato, capace di incarnare veramente la figura di un manager immobiliare moderno, pur entro i limiti angusti di un quadro normativo inadeguato ai tempi odierni.
L’amministratore può e deve diventare un vero e proprio manager, come accade in tutti i Paesi più evoluti, con strumenti in grado di gestire il suo mandato senza interferenze da parte dei condòmini e ricatti di sorta (sulla durata dell’incarico, la scelta dei fornitori, le responsabilità conseguenti a delibere sciagurate).
Solo partendo da una nuova consapevolezza si può pensare di contribuire allo sviluppo del condominio moderno.
Il gioco abbatte barriere e può aiutare a sviluppare il pensiero creativo, la comunicazione e la risoluzione di problemi complessi di gestione condominiale.
“Palazzo da Legare” è in grado di favorire il pensiero creativo attraverso la simulazione di situazioni esagerate, al limite dell’assurdo, per creare metafore della propria identità organizzativa, delle proprie esperienze e del proprio ruolo.
I giocatori immedesimandosi nel ruolo di amministratore sono portati a riflettere sulle dinamiche distopiche che si innescano spesso involontariamente e vengono accompagnati (senza accorgersene) nel considerare percorsi più virtuosi nell’interesse collettivo.
Il gioco, alla pari di serious game più famosi e di successo, si presenta come “un processo appassionato e pratico per costruire fiducia, impegno e comprensione”.
L’approccio si basa sull’idea che un apprendimento che coinvolga giocosità e leggerezza porti ad una comprensione più profonda e maggiormente significativa del condominio e delle sue possibilità, sostenendo che i giocatori sviluppino le capacità di comunicare in modo più efficace, di far ricorso alla propria immaginazione più facilmente e di affrontare il proprio ruolo con maggiore fiducia, impegno e intuizione, sia che si tratti di amministratori, condòmini, fornitori, oppure anche solo semplicemente di giocatori che vogliano sperimentare divertendosi la realtà condominiale sotto un profilo innovativo e sicuramente fuori dagli schemi.
L’utilizzo del gioco come strumento educativo può rivelarsi utilissimo per la sensibilizzazione sui temi della sostenibilità.
La sfida da vincere riguarda senza dubbio il superamento delle diffidenze riguardo al gioco come efficace strumento formativo, ma credo che il fatto di essere un mezzo non convenzionale, rappresenti un plus anziché un minus in questo caso.
Il mondo degli amministratori è concentrato su una formazione prevalentemente giuridica, contabile e fiscale classicamente intesa, che tende ad iper-specializzarsi in corsi di formazione sempre più impegnativi e qualificanti. Negli ultimi anni è stata sviluppata in varie declinazioni anche la formazione riguardo a temi quali la comunicazione, la gestione dei conflitti e l’organizzazione di studio. Tutti strumenti indispensabili ai sensi della formazione obbligatoria ex DM 140/14, ma anche alla crescita personale per svolgere con maggiore scioltezza e preparazione il lavoro quotidiano e i rapporti con i clienti.
Il limite è che il condòmino non riesce a distinguere le differenze di preparazione tra i vari professionisti del settore. A malapena sa leggere un bilancio e ignora del tutto quasi sempre i propri doveri e i reali compiti dell’amministratore. Il confine tra diritti e doveri è confuso perché impera l’ignoranza, il disinteresse e talvolta pure la maleducazione. Amministratori e condomini viaggiano spesso su strade parallele: iper professionisti da una parte che offrono competenze, servizi e preparazione che i clienti, dall’altra, non sanno apprezzare, perché ne ignorano i presupposti e le finalità. L’importante è pagare poco e non avere sorprese nel fantomatico “conguaglio”.
Parlando lo stesso linguaggio, dando la possibilità alle parti di fare esperienza e conoscenza dei reciproci diritti e doveri in modo divertente e interattivo, attraverso un’esperienza coinvolgente, motivante e divertente, il gioco può finalmente fare convergere le posizioni, in modo inaspettato e straordinario.
La gamification sottesa in “Palazzo da Legare” offre la possibilità di ampliare gli orizzonti e dare spazio alla creatività nel problem solving per:
● Promuovere la collaborazione e la comunicazione: il gioco incoraggia le persone a lavorare insieme per raggiungere obiettivi comuni, favorendo la comunicazione e la collaborazione, il coinvolgimento dei collaboratori e l’interesse del cliente.
● Migliorare le relazioni: il gioco può essere utilizzato come strumento per facilitare le relazioni e risolvere eventuali conflitti in modo costruttivo e creativo.
● Aumenta il senso di appartenenza alla comunità: il gioco può contribuire a creare un senso di comunità, favorendo la socializzazione e la coesione sociale.
● Promuovere e migliorare l’esperienza di apprendimento: il gioco può essere utilizzato come strumento educativo alternativo attraverso una formazione divertente, interattiva ed immersiva.
● Divertire e coinvolgere: Il gioco è un’attività divertente e coinvolgente che può motivare le persone a partecipare attivamente alla vita condominiale.
A cura di Daniela Zeba,
Ideatrice del gioco “Palazzo da legare”