Riscaldarsi costa sempre di più. Sono in molti, pertanto, a prendere in considerazione altre fonti di riscaldamento che possano integrare o sostituire gli impianti a metano o a gasolio. In discesa, rispetto allo scorso anno, i prezzi di pellet e cippato, mentre risulta in lieve aumento quello della legna da ardere.
Pellet
Secondo i dati rilevati dalle aziende del settore il prezzo del pellet registra una significativa diminuzione, attestandosi su valori medi nazionali di 4,55 euro, Iva inclusa, per un sacco da 15 kg.
Si tratta di una riduzione del 30% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e del 16% rispetto alla rilevazione di aprile 2024.
Un andamento insolito per l’inizio della stagione termica, periodo in cui solitamente i prezzi tendono a salire, ma che evidenzia un ritorno ai livelli precedenti allo scoppio del conflitto in Ucraina.
Il mercato del pellet in Italia (circa 2,7 milioni di tonnellate consumate nel 2023) sta mostrando segni di stabilizzazione, offrendo ai consumatori un’opzione di riscaldamento domestico più economica rispetto ai combustibili fossili tradizionali.
In termini di costo dell’energia primaria, produrre 1 MWh di energia con il pellet costa 63 euro, decisamente meno rispetto al gas naturale, che costa 122 €/MWh (il 94% in più) e al gasolio da riscaldamento che raggiunge i 138 €/MWh (ben il 120% in più).
Legna da ardere in leggero aumento
La legna da ardere a settembre 2024 mostra un leggero aumento di prezzo rispetto ad aprile 2024, dovuto principalmente all’inizio della stagione termica.
La legna secca con contenuto idrico tra il 20% e il 25% ha un prezzo di 279,3 Euro/t, mentre quella da essiccare (M30-35) si attesta sui 215,6 Euro/t e quella più umida (M40-50) sui 182,4 Euro/t. Nonostante l’incremento, la legna da ardere rimane una soluzione economica per il riscaldamento. Produrre 1 MWh di energia con legna secca costa 75,7 Euro, permettendo un risparmio del 38% rispetto al metano e del 42% rispetto al gasolio. Per un’abitazione di 100 mq con un fabbisogno termico annuo di 10 MWh, il costo del riscaldamento con legna secca sarebbe di circa 760 euro, contro i 1.220 Euro del metano e i 1.310 Euro del gasolio.
Cippato
Il cippato si conferma il biocombustibile legnoso più conveniente, soprattutto per impianti di grandi dimensioni e tecnologicamente avanzati. Il prezzo del cippato a settembre 2024 per la classe di qualità A1 è di 138 Euro/t, corrispondente a 37 Euro/MWh, mentre per la classe B1 è di 52 Euro/t, pari a 23,5 Euro/MWh. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si registra una diminuzione dei prezzi in tutte le classi, con un calo massimo del 13,5% per la classe A1. Per una bifamiliare con un fabbisogno termico annuo di 20 MWh, il costo del riscaldamento con cippato in classe A1 sarebbe di circa 740 Euro, con un risparmio del 70% rispetto al metano (circa 2.440 Euro) e del 72% rispetto al gasolio (circa 2.620 Euro). Dati che evidenziano quanto il cippato rappresenti una soluzione sostenibile ed economica per produrre calore rinnovabile. Grazie alla sua provenienza da risorse locali, il cippato contribuisce inoltre allo sviluppo economico del territorio e alla gestione sostenibile delle foreste.