Un po’ casa un po’ albergo ma con i comfort degli hotel e la possibilità di guadagnare: prende il via in Piemonte la rivoluzione del condhotel, la formula che consente agli albergatori di trasformare alcune camere in abitazioni residenziali fisse e di metterle a reddito dividendo i profitti con altri privati.
«Mettiamo a disposizione delle aziende un altro strumento che va nella direzione della libertà di impresa per rafforzare la competitività del settore della ricezione che ha bisogno di diversificare il mercato favorendo anche gli scambi immobiliari» hanno sottolineato il Presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio, Vittoria Poggio.
Con la riforma introdotta dalla Regione, alcune porzioni dei complessi alberghieri potranno essere acquistate dai privati con i quali il proprietario potrà dividere l’incasso degli affitti in caso di utilizzo a fini ricettivi, o essere cedute per uso residenziale.
«Uno strumento importante per le imprese del settore che consente di rispondere alle richieste dei consumatori – dichiarano il presidente di Federalberghi Piemonte Alessandro Comoletti e di Federalberghi Torino Fabio Borio – Più scelta per i clienti, più opportunità per chi vuole investire, senza rinunciare ai vantaggi ed ai servizi tipici del pernottamento in albergo».
«Un ottimo strumento per la categoria che rilancia il settore anche grazie a investimenti privati – ha dichiarato il Coordinatore Assohotel Confesercenti Piemonte Luca Amato –. Con questa misura, inoltre, anche gli alberghi potranno offrire nuove opportunità ricettive, andando in contro alle esigenze dei turisti».
La formula del Condhotel che in questi anni ha preso piede soprattutto nei centri a forte vocazione turistica, è un ibrido fra la camera d’albergo e una propria abitazione. Il privato potrà, infatti, comprare un appartamento che fisicamente si trova all’interno di un complesso ricettivo con il vantaggio di poterlo utilizzare come casa anche solo in determinati periodi, o in alternativa essere gestita come se fosse una qualunque delle sue stanze di hotel per poi divide gli incassi con il nuovo proprietario.
Quest’ultimo sarà sgravato di ogni incombenza perché delegherà all’amministratore della proprietà tutto quanto concerne la gestione, i costi condominiali e la manutenzione. Le strutture alienabili dovranno avere un minimo di tre stelle e non potrà essere ceduto più del 40% della superfice dell’hotel.
Andrea Costa – Ufficio di comunicazione Assessore alla Cultura Turismo Commercio Vittoria Poggio