POCA DIFFERENZIATA, ALTI COSTI: FOTOGRAFIA (IMPIETOSA) DEL PATTUME ITALIANO
- Redazione
- 14 gennaio 2016
Non soltanto rifiuti ma anche acqua, qualità dell’aria, inquinamento acustico. Sono numerosi gli aspetti presi in esame dall’undicesima edizione del Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano realizzato da Ispra, Arpa e Appa, e consolidatosi negli anni come un riferimento per gli addetti ai lavori e per gli utenti. Nell’edizione 2015 del Rapporto 12 nuove città sono inserite nell’analisi. I Comuni analizzati sono stati, in totale, 85, comprendono la maggior parte dei capoluoghi di provincia con popolazione superiore ai 40.000 abitanti e tutti i capoluoghi delle regioni italiane.
I RIFIUTI
I dati relativi alla produzione ed alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani sono stati rilevati da Ispra mediante la predisposizione e l’invio di appositi questionari alle sezioni regionali del Catasto rifiuti delle Arpa/Appa ed ai diversi soggetti pubblici e privati che, a vario titolo, raccolgono informazioni in materia di gestione dei rifiuti. I dati sulla differenziata sono stati poi elaborati utilizzando la specifica metodologia sviluppata da Ispra, secondo la quale non vengono computate, nella quota di raccolta differenziata, le seguenti tipologie di rifiuto:
* gli scarti provenienti dagli impianti di selezione dei rifiuti raccolti in maniera differenziata (ad esempio, scarti della raccolta multimateriale);
* gli inerti da costruzione e demolizione, anche se derivanti da demolizioni da ambito domestico, in quanto esplicitamente annoverati tra i rifiuti speciali;
* i rifiuti cimiteriali e quelli derivanti dalla pulizia dei litorali e dallo spazzamento stradale.
Ai fini del calcolo dell’ammontare di rifiuti raccolti in modo differenziato, vengono invece prese in considerazione, tra le altre, le seguenti frazioni merceologiche:
* frazione organica: frazione umida + verde;
* rifiuti di imballaggio: vetro, carta, plastica, legno, acciaio e alluminio;
* ingombranti a recupero;
* rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche provenienti dai nuclei domestici;
* altre frazioni raccolte in maniera separata nel circuito urbano, destinate ad operazioni di recupero;
* raccolta selettiva: farmaci, contenitori T/FC (contenitori e flaconi che hanno contenuto sostanze nocive quali pittura, vernici, solventi), pile ed accumulatori, vernici, inchiostri e adesivi, oli vegetali ed oli minerali.
QUALI CITTÀ
L’analisi dei dati è effettuata con riferimento a 85 capoluoghi di Provincia, di cui 40 con popolazioni inferiore ai 100.000 abitanti (Udine, Arezzo, Barletta, Pesaro, Lecce, La spezia, Alessandria, Catanzaro, Pistoia, Pisa, Lucca, Brindisi, Como, Treviso, Varese, Caserta, Asti, Ragusa, Pavia, L’Aquila, Trapani, Cosenza, Potenza, Viterbo, Savona, Crotone, Matera, Benevento, Olbia, Trani, Cuneo, Avellino, Teramo, Rovigo, Pordenone, Ascoli Piceno, Campobasso, Rieti, Imperia, Aosta), 18 con popolazione compresa fra i 100.000 e i 150.000 abitanti (Rimini, Salerno, Ferrara, Sassari, Latina, Monza, Siracusa, Pescara, Bergamo, Forlì, Trento, Vicenza, Terni, Bolzano, Novara, Piacenza, Ancona, Andria), 15 con popolazione tra i 150.000 ed i 250.000 abitanti (Messina, Padova, Trieste, Taranto, Brescia, Prato, Parma, Reggio Calabria, Modena, Reggio Emilia, Perugia, Livorno, Ravenna, Cagliari, Foggia), 6 con un numero compreso tra i 250.000 e 500.000 abitanti (Bologna, Firenze, Bari e Catania, Venezia e Verona) e 6 con una popolazione residente superiore ai 500.000 abitanti (Torino, Genova, Milano, Roma, Napoli e Palermo).
Le città oggetto dell’indagine rappresentano, nel 2014, il 28% della popolazione italiana e oltre il 31.6% della produzione totale di rifiuti urbani dell’intero territorio nazionale. Nel triennio 2012-2014, la produzione totale delle 85 città fa registrare una diminuzione di 235mila tonnellate (-2,4%), mentre tra il 2013 e il 2014 si riscontra una lieve diminuzione di 62 mila tonnellate (meno dell’1%), variazione opposta a quella rilevata, nello stesso arco di tempo, a livello nazionale (+83mila tonnellate). Nel triennio considerato, si riscontra un calo della produzione superiore al 10% per Treviso (-19,9%), Viterbo (-12,9%), Olbia (-12,7%), Barletta (-12,2%), Aosta (- 11,3%); Trento (-11%), L’Aquila (-10,9%) e Asti (-10%),
LA PRODUZIONE
Le 85 città si caratterizzano per valori di produzione pro capite generalmente superiori alla media nazionale. Il pro capite medio si attesta, infatti, nel 2014, a 550 kg/abitante per anno, 62 kg/abitante per anno in più rispetto al valore nazionale (488 kg/abitante per anno). Va considerato che la produzione di rifiuti di diversi centri urbani e, in particolar modo, delle cosiddette città d’arte è inevitabilmente influenzata dagli afflussi turistici; inoltre, nelle aree urbane tendono ad accentrarsi molte attività lavorative, in particolar modo quelle relative al settore terziario, che comportano la produzione di rilevanti quantità di rifiuti che vengono gestite nell’ambito urbano.
Nel 2014 i maggiori valori di produzione pro capite si rilevano a Olbia (794 kg/abitante per anno) e Pisa (793 kg/abitante per anno), mentre i più bassi ad Asti, Trieste, Trento, Campobasso, Teramo, Monza, Viterbo, Potenza, Cosenza, Novara, Benevento, e Andria, tutte al di sotto dei 450 kg/abitante per anno.
Tra le quattro città con maggiore popolazione residente, Roma registra valori vicini ai 600 kg per abitante per anno, collocandosi a 599 kg/abitante per anno (con una diminuzione rispetto al 2013 di 14 kg/abitante per anno), mentre Napoli rileva un aumento del pro capite di 9 kg/abitante per anno, raggiungendo un valore di 511 kg/abitante per anno. Milano e Torino fanno registrare rispettivamente 498 kg/abitante per anno e 491 kg/abitante per anno (per Milano si tratta di un aumento di 7 kg/abitante per anno mentre per Torino di una diminuzione di 6 kg/abitante per anno).
DIFFERENZIATA
Nel 2014 le 85 città prese in esame contribuiscono per quasi il 27% al totale nazionale della raccolta differenziata e fanno registrare, in termini assoluti, un valore di quasi 3,6 milioni di tonnellate. I maggiori livelli di raccolta differenziata si rilevano a Pordenone, che si attesta ad una percentuale superiore al 79%, Trento con una percentuale pari al 76% e Treviso con oltre il 70%, mentre Novara, Bolzano, Asti, Andria, Parma, Salerno, Bergamo, Benevento, Rimini, Vicenza, Teramo e Udine superano il 60%. Per le altre città la raccolta differenziata si colloca al di sotto del 20% e a percentuali addirittura inferiori al 10% per alcune di queste (Catania, Reggio Calabria, Palermo, Messina, Catanzaro, Foggia e Siracusa).
Rispetto al triennio 2012-2014 il maggior incremento, in valore assoluto, della percentuale di raccolta differenziata si riscontra nel Comune di Andria (con un aumento di quasi 40 punti percentuali). Incrementi notevoli si possono notare anche per Bolzano, Como, Treviso, Parma, Viterbo, Venezia, Barletta, Cosenza, Milano (13 punti percentuali in più), Cuneo, Trani, Trento, Bergamo, Roma (quasi 11 punti percentuali in più) e Lucca, tutte con un aumento di oltre 10 punti percentuali. Incrementi significativi (tra i 5 e i 9 punti percentuali) si rilevano anche per Caserta, Imperia, L’Aquila, Sassari, Bari, Perugia, Bologna, Rieti, Firenze, Padova, Modena, Vicenza e Trieste.
In controtendenza, invece, i comuni di Palermo, Rovigo, Catania, Ragusa, Cagliari, Lecce, Novara, Alessandria, Salerno, Reggio Calabria, Pesaro (5 punti percentuali in meno), Ancona e Aosta (6 punti percentuali in meno) e Avellino (addirittura 8 punti percentuali in meno), che presentano una diminuzione del trend di oltre 2 punti percentuali. Per le altre città si evince una situazione sostanzialmente stabile visto che l’incremento non oscilla tra il meno 1 e i più 5 punti percentuali rispetto al 2012.
TIPO DI PATTUME
Per quanto riguarda le frazioni merceologiche, la raccolta della frazione organica (umido e verde) delle 85 città rappresenta circa il 22.7% del totale raccolto a livello nazionale. Il pro capite medio è di 76 kg/abitante per anno, valore inferiore a quello nazionale (94 kg/abitante per anno). Anche se in alcuni casi si registrano, a livello di singola città, valori elevati (Pordenone 213 kg/abitante per anno, Rimini 197 kg/abitante per anno, Reggio Emilia 194 kg/abitante per anno e Lucca 180 kg/abitante per anno), i livelli di raccolta risultano decisamente più bassi in quasi tutte le città: in ben 32 di esse si registra un pro capite di raccolta inferiore a 50 kg/abitante anno. Le città con popolazione residente superiore a 500 mila abitanti presentano pro capite medio inferiore rispetto alla media nazionale, anche se si registrano segnali di miglioramento: Milano 89 kg/abitante per anno, (34 kg/abitante per anno in più rispetto al 2013), Roma 70 kg/abitante per anno (21 kg/abitante per anno in più), Torino 59 kg/abitante per anno (8 kg/abitante per anno in più), Napoli 36 kg/abitante per anno (4 kg/abitante per anno in più), Genova 20 kg/abitante per anno (valore stabile) e Palermo 20 kg/abitante per anno (l’unica a diminuire di 9 kg/abitante per anno).
Più efficienti appaiono i sistemi di raccolta della frazione cellulosica: il totale raccolto è pari a oltre 1,1 milione di tonnellate, corrispondenti a oltre il 35% del totale raccolto su scala nazionale (oltre 3,1 milioni di tonnellate).
Tra le altre frazioni si segnala il vetro il cui totale raccolto è pari a oltre 455 mila tonnellate. Il pro capite medio, di quasi 27 kg/abitante per anno, risulta di poco inferiore a quello registrato a livello nazionale (28 kg/abitante per anno). In questo caso i maggiori valori pro capite si registrano a Bergamo e Rovigo (rispettivamente quasi 68 kg/abitante per anno e 60 kg/abitante per anno).
I rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche evidenziano un valore pro capite medio di raccolta pari a quasi 3,3 kg/abitante per anno, di poco inferiore rispetto al target di raccolta di 4 kg per abitante per anno, fissato dal D.lgs 151/2005 da conseguirsi entro il 31 dicembre 2015. Oltre 8 mila tonnellate di rifiuti sono state allontanate dal circuito attraverso la raccolta selettiva, frazione nella quale si raccolgono notevoli flussi di rifiuti urbani pericolosi come le batterie, gli oli e le vernici.