Il blocco causato dagli interventi legislativi in ottica anti frode rischia di far perdere una quota del bonus spettante.
Dopo lo stop deciso all’indomani dell’entrata in vigore del Sostegni Ter, che di fatto ha fermato la corsa alle agevolazioni edilizie, Poste Italiane ha riaperto la piattaforma per Superbonus e bonus casa dal 7 marzo 2022. Ma non offre più la possibilità di optare per la cessione del credito per le spese 2021.
In vista della scadenza del 7 aprile, termine ultimo per l’invio della comunicazione per la cessione del credito all’Agenzia delle Entrate, per gli incapienti diventa molto difficile il recupero della spesa sostenuta.
Coloro che avevano optato per la cessione del credito tramite Poste Italiane relativamente alle spese sostenute nel 2021, dunque, rischiano di vedersi rifiutare le pratiche trasmesse. I tempi per individuare nuovi operatori interessati all’acquisto delle somme, inoltre, sono molto stretto. L’unica via che appare percorribile è l’utilizzo della prima quota della detrazione spettante in dichiarazione dei redditi 2022, per poi effettuare la cessione del credito per le rate successive derivanti dal superbonus e dai bonus casa.
Una possibilità,però, che lascia fuori gli incapienti, che rischiano di perdere una parte del credito maturato in relazione alle spese sostenute nel 2021.
Il servizio di Poste Italiane è stato riattivato solo per le spese sostenute nel 2022, in relazione alle prime cessioni e per le quote annuali fruibili dal 2023, relative anche a rate residue di spese sostenute negli anni precedenti. Restano fuori le prime cessioni del credito relative a spese sostenute nel corso del 2021, per le quali negli ultimi giorni stanno arrivano le comunicazioni di rifiuto.
Un problema non di poco conto, diretta conseguenza delle molteplici modifiche legislative introdotte dal novembre 2021 e successivamente ritoccate più volte, ad ultimo dal decreto legge n. 13 del 25 febbraio 2022.
La scelta di Poste Italiane di non acquistare più crediti relativi a spese agevolabili ai sensi del superbonus e dei bonus fiscali ordinari sulla casa relative al 2021 riguarda anche molti istituti di credito, e crea una situazione di impasse per i contribuenti.
Il tutto si incrocia infatti con l’importante scadenza fissata al 7 aprile 2022, termine ultimo per l’invio in modalità telematica della comunicazione all’Agenzia delle Entrate relativa alla cessione del credito d’imposta.
Chi salterà questa data, potrà fruire della prima rata della detrazione spettante in dichiarazione dei redditi 2022, e successivamente optare per la cessione del credito relativamente alle quote residue, 4 per il superbonus e 9 per la generalità dei bonus casa.
Una via d’uscita che lascia fuori gli incapienti, ossia i contribuenti che non hanno un’imposta di importo adeguato per scontare la quota di beneficio in detrazione fiscale.
Per chi non ha IRPEF sufficiente per coprire la prima rata del superbonus e dei bonus casa ordinari, quali ad esempi il bonus ristrutturazione e l’ecobonus, si prospetta quindi il rischio di dover rinunciare all’importo spettante, per poi cedere le rate residue.
La regola generale prevede infatti che in caso di incapienza, la quota di detrazione che non è stata recuperata dal contribuente non può essere riportata negli anni successivi.
Considerando l’entità dei lavori potenzialmente agevolabili con il superbonus, uniti a quelli rientranti nelle detrazioni ordinarie, le somme che gli incapienti potrebbero perdere sono tutt’altro che irrilevanti.
È quindi urgente un intervento correttivo, che disponga in primo luogo una proroga della scadenza del 7 aprile 2022 per l’invio della comunicazione per la cessione del credito.
Un intervento tampone che, seppur con tutte le difficoltà create dalle misure anti frode, darebbe più tempo agli esclusi da Poste Italiane di reperire soggetti intenzionati ad acquistare i crediti maturati relativi ai lavori sostenuti nel 2021.
Sul punto sono stati presentati alcuni emendamenti in sede di conversione del decreto Sostegni ter.
Il provvedimento è attualmente all’esame del Senato, e il termine ultimo per il via libera alla legge di conversione è fissato al 28 marzo 2022. Si resta quindi in attesa di possibili novità.
FONTE: Informazionefiscale.it