Cresce in Italia l’adozione di prodotti con funzionalità smart connessi a internet: 8 utenti su 10 (77%) sono propensi all’acquisto entro i prossimi due anni. Mentre 2 su 3 (67%) dichiarano di essere interessati a comprare almeno un oggetto tecnologico personale nello stesso arco temporale.
I risultati fanno parte di un’indagine condotta da Bva Doxa per Ul Solution, che si occupa di scienza della sicurezza applicata, su un campione di mille soggetti in Italia (50% uomini e 50% donne) tra i 18 e i 64 anni. Lo studio esamina quattro categorie di prodotti per la smart home, gestione della casa ed entertainment, elettrodomestici, safety & security ed efficienza energetica, e quattro nell’ambito dei dispositivi personali smart, oggetti indossabili per il fitness, prodotti per il monitoraggio della salute in tempo reale, sistemi di monitoraggio dei bambini e dispositivi per l’assistenza e il controllo delle persone fragili.
I lavoratori in smart working, in particolare quelli che hanno iniziato tra il 2020 e il 2021 sull’onda dell’emergenza pandemica, mostrano una propensione all’acquisto di prodotti smart maggiore rispetto al totale degli intervistati. Sono più frequentemente uomini (+8%) e con una concentrazione (+7%) nella fascia di età media (35-54enni).
Analizzando le tendenze d’acquisto, chi lavora da remoto ha comprato più dispositivi per la casa rispetto al totale del campione (+7%), in particolare più sistemi smart per l’efficientamento energetico (+ 9%), per la domotica e l’entertainment (+8%) ed elettrodomestici (+8%). La tendenza, da parte dei cosiddetti “smart workers” è ancora più evidente se si analizza il possesso di device personali (+12% nel complesso), in particolare i prodotti per l’health monitor (+9% negli ultimi due anni) e gli oggetti smart indossabili (+7%). Positiva, ma meno evidente, la differenza rilevabile per i prodotti per il monitoraggio e l’assistenza alle persone fragili (+3%).
Un dato rilevante è che, per tutte le tipologie di prodotti, c’è una richiesta di miglioramento delle funzionalità di privacy. La quota più alta, pari al 35%, spetta a chi ha acquistato un dispositivo connesso per il fitness, che chiede maggiore attenzione a privacy e riservatezza dei dati personali.
“Il sondaggio mette in luce la necessità di rafforzare la percezione della sicurezza e dell’affidabilità degli oggetti smart per rassicurare il consumatore” ha sottolineato Francesco Marenoni di Ul Solutions. “Per contribuire alla crescita del mercato è importante comunicare più chiaramente i vantaggi che derivano dall’utilizzo degli smart device poiché, come dimostra l’indagine, non sempre la portata e il possibile impatto positivo sul quotidiano risultano evidenti”.
Fonte: Agenzia Ansa