È un Ministero delle Infrastrutture fortemente scosso dallo scandalo dal quale rischia di essere travolto Maurizio Lupi quello che, l’altroieri, ha ospitato una delegazione di Arpe-Federproprietà (composta dai vicepresidenti Giovanni Bardanzellu e Giuseppe Bonura) insieme ad altre organizzazioni sindacali di categoria. Oggetto dell’incontro, il rinvio degli sfratti: un tema passato agli onori delle cronache a fine 2014, complice la decisione di non rinnovare l’ormai consueta procrastinazione delle esecuzioni a carico delle categorie sociali deboli, e tornato d’attualità in sede di conversione del Milleproroghe, con la decisione di concedere un mini-rinvio di 4 mesi su richiesta degli inquilini per consentire il cosiddetto “passaggio da casa a casa”.
I due rappresentanti di Arpe-Federproprietà hanno evidenziato come, dopo le mille promesse che non vi sarebbero state ulteriori proroghe, il Governo abbia varato appunto una ulteriore sospensione, e hanno chiesto che tale impegno venga mantenuto e “non si facciano pagare, ancora una volta, le mancanze dello Stato, ai proprietari di casa, categoria tartassata da tasse e da mille balzelli”.
A questo proposito, Bardanzellu e Bonura hanno ricordato anche come i comuni abbiano il compito di farsi carico delle cosiddette morosità incolpevoli, visto che proprio per questo sono state previste e finanziate cifre notevoli: “Se il problema della casa per le famiglie meno abbienti venisse gestito con maggior cura e attenzione non si verificherebbero casi limite come quello del Comune di Roma, dove ogni anno vengono spesi 42 milioni di euro per fornire un alloggio a 1931 famiglie. Se quei soldi fossero spesi per costruire nuovi appartamenti, gestendo in maniera più efficace i 43 mila alloggi affittati a prezzi che di poco superano i 50 euro mensili, ne trarrebbero vantaggio i beni dello Stato e le famiglie che non correrebbero più il rischio di trovarsi in mezzo ad una strada”.