La morosità è un problema sempre più frequente e diffuso. Spesso è un effetto diretto della crisi economica, che non cessa far sentire i propri effetti. In altri casi è imputabile ad altre ragioni, ivi compresi i comportamenti non sempre corretti dei destinatari delle richieste di pagamento inevase. Ad ogni buon conto, il fenomeno è trasversale rispetto alle voci di spesa: dai canoni di locazione, alle rate condominiali, fino alle utenze. Proprio su quest’ultimo aspetto si è concentrata l’indagine condotta dal portale on line Facile.it, secondo cui ben il 5% degli intestatari di un contratto di telefonia fissa o ADSL non paga la bolletta, per un equivalente di circa 1 milione di italiani.
Il dato, emerso dalla valutazione di oltre 30.000 contratti telefonici analizzati dal comparatore nel corso del 2017, evidenzia un malcostume alquanto diffuso nel Paese. Come spiega Andrea Bordigone, responsabile BU telefonia di Facile.it: “Un cliente viene considerato dalla compagnia telefonica un cattivo pagatore nel momento in cui questo, a seguito del mancato pagamento di alcune bollette e nonostante i solleciti dell’operatore, continui a non saldare quanto dovuto”.
Se molti possono immaginare quali siano le conseguenze di questo gesto, quello che non tutti sanno è che, smettendo di pagare la bolletta, il moroso rischia di finire nella “black list” dell’operatore telefonico e, nel caso in cui volesse stipulare in futuro un nuovo contratto, la compagnia potrebbe rifiutarsi di farlo.
Oggi ogni azienda ha infatti la propria “lista nera”; questo significa che una persona può risultare “cattivo pagatore” per una compagnia e non per l’altra. Attenzione però, perché alcuni provider possono arrivare a negare il contratto anche qualora solo un componente del nucleo famigliare sia stato segnalato in passato. E presto la situazione potrebbe diventare ancor più complicata per coloro che non vogliono far fronte ai costi telefonici. A fine 2015 il Garante per la Privacy ha dato il suo benestare alla realizzazione di un database condiviso e accessibile a tutte le compagnie telefoniche, il S.I.Mo.I.Tel., nel quale potranno essere iscritti tutti quei “clienti seriali” che intenzionalmente non pagano bollette per un valore complessivo di 150 euro. Quando il registro entrerà in attività, i cosiddetti “turisti telefonici” avranno certamente vita dura.
Un ritardo sul pagamento di una fattura telefonica non rappresenta generalmente un problema, ma comunque il cliente dovrà corrispondere quanto dovuto maggiorato dagli interessi di mora. Se, invece, il numero di bollette non saldate aumenta e il cliente non dà seguito alle segnalazioni della compagnia telefonica, questa potrebbe decidere di limitare o interrompere il servizio erogato. Se questo ancora non bastasse, dopo le opportune comunicazioni e i tentativi di conciliazione, l’operatore potrebbe decidere di passare la pratica ad una società di recupero crediti.
Nei casi più gravi, quando gli importi arretrati sono importanti, il provider potrebbe addirittura presentare un ricorso al giudice competente e ottenere un decreto ingiuntivo che, qualora ignorato, può dar vita ad una esecuzione forzata dei beni del debitore; si tratta però di una strada molto lunga e costosa, pertanto quasi mai praticata.
Se si è finiti nella black list dell’operatore, la soluzione è una sola; saldando le bollette arretrate, maggiorate dagli interessi, si può tornare nella white list. Le tempistiche variano da gestore a gestore, ma potrebbero non essere brevissime ed è bene considerare che alcune compagnie potrebbero comunque decidere di lasciare il cliente nella black list aziendale dei soggetti con cui non si vuole avere più rapporti.
Il S.I.Mo.I.Tel avrà invece delle regole diverse; i dati dei clienti segnalati saranno conservati per 36 mesi e, superato questo termine, verranno automaticamente cancellati. Coloro che invece regolarizzeranno la loro posizione prima, avranno diritto ad essere eliminati dal registro entro 7 giorni lavorativi.